mercoledì 28 novembre 2018

So che un giorno tornerai - Luca Bianchini

Ho letto tutti i libri di Luca Bianchini, sono sempre in trepidante attesa che ne scriva uno nuovo e li ho amati tutti, ognuno per un motivo diverso. Dopo averlo inseguito per tanto tempo sono riuscita ad incontrarlo, al FLA a Pescara lo scorso 9 Novembre, ed è stata una bellissima emozione.
Ho finalmente letto il suo ultimo lavoro "So che un giorno tornerai" edito da Mondadori, diverso da tutti potrei dire, ma tutti i libri di Luca Bianchini sono un mondo a sè stante, anche se poi ci trovo sempre un pezzetto di lui in ogni storia, o forse mi piace pensare così. Questo romanzo è bello, ti prende per mano e si fa leggere pagina dopo pagina,ti fa diventare amica di Angela, che diventa mamma di Emma prima dei vent'anni, però lei voleva un maschio, era l'unico modo per tenere legato a sè Pasquale che però è sposato e le aveva promesso che avrebbe lasciato la moglie solo se fosse nato un maschio. Angela ha una famiglia numerosa che la spalleggia, ma lascia Emma ai suoi e va via inseguendo una serenità che forse non troverà mai, lascia la sua meravigliosa città, Trieste, che Luca Bianchini descrive in modo magnifico e si sposa con Ferruccio, che proverà ad amarla e farsi amare. In realtà poi Emma diventa la protagonista,di una storia che racconta vite parallele che poche volte sono vicine a congiungersi, il cui comun denominatore è l'amore, amore forte, amore struggente, amore malato, amore idealizzato, amore che porterà tanti problemi a madre e figlia e tutte le persone che sono intorno a loro. Un romanzo ricco di personaggi, tutta la famiglia di Angela, descritta minuziosamente, tanto che pare di vedere Riccardo, il fratello bello, mentre balla il twist e conquista le ragazze, oppure di sentire la bora che tira forte lungo i vicoli o sul lungo mare. Angela non è stata sempre simpatica, spesso mostra una personalità molle, dipendente da un amore che l'ha fatta soltanto soffrire, oppure è ferrea perchè quell'amore lo insegue tutta la vita, si può guardare da due punti di vista, il finale metterà a posto tutti gli eventi e i pensieri. Luca Bianchini ci porta a conoscere Trieste e lo fa con delicatezza e con dovizia di particolari, così come è stato per Londra, Polignano, Venezia, Torino, le campagne toscane, è bravissimo nel descrivere angoli, porti, chiese, case, di città che ad ogni suo romanzo fanno da sfondo a storie raccontate con uno stile tutto suo, diretto, preciso, ampio, vero. E' stato sorprendente "So che un giorno tornerai", perchè è un grande intreccio in cui si incontrano personaggi tutti diversi fra loro, perchè la storia parte un pò da lontano, perchè tutti vorremmo abbracciare Emma e consolarla e dire quattro paroline a Pasquale, perchè certo mica tutti abbandonano i figli, ma quelli che lo fanno hanno tanto del nostro "jensinaro" calabrese trasferito a Trieste, vorremmo scuotere Angela ma l'amore quando ti entra in testa più che nel cuore non puoi cancellarlo. Una storia bellissima, che ho centellinato per non arrivare subito alla fine del libro, l'ho gustato, sentito, vissuto con gli occhi. Certo sono di parte, non provo neanche a dire il contrario, questa è una recensione a modo mio, fatta con il cuore per uno dei miei autori preferiti, che sa raccontare la vita e l'amore con trasporto e poca freddezza, con una scrittura scorrevole, mai pesante, dialoghi essenziali, introspezioni comuni a tanti di noi. Un romanzo assolutamente da leggere, uno dei più belli di Luca Bianchini fino al prossimo naturalmente !

Luca Bianchini è nato a Torino, ama scrivere in cucina e ha pubblicato tanti romanzi tutti di grande successo : Io che amo solo te, La cena di Natale, Instant Love, Ti seguo ogni notte, Se domani farà bel tempo, Siamo solo amici, Dimmi che credi al destino, Nessuno come noi. E' spesso in tv come opinionista e di tre libri sono usciti i film con grande successo di pubblico.

domenica 21 ottobre 2018

Ruvida di Alfonso Nuccitelli

Non ho mai amato molto le biografie, sono quasi sempre autocelebrazioni, non me ne voglia chi le pubblica o le ha pubblicate, ma se una vita viene raccontata sotto forma di una storia, di un romanzo, allora il discorso cambia. Ho letto "Ruvida" di Alfonso Nuccitelli, Lupi Editore, in un pomeriggio, sono andata avanti pagina dopo pagina per capire cosa succedesse nella storia, al protagonista di questa storia, che "ruvida" lo è davvero. 
Il protagonista è Alfredo che racconta di quando bambino partì con la famiglia per il Brasile perchè in Italia non c'era lavoro, che poi torna in Italia e si sente straniero nella sua patria, che racconta il suo primo amore con quella che io ho sentito come una struggente nostalgia dell'amore pulito, innocente, emozionante di tutti i primi amori; ci fa tornare nella storia del nostro paese di un pò di anni fa, con le sue proteste e le sue contraddizioni,insomma un uomo che ci racconta la sua vita attraverso Alfredo, che ci fa entrare nei suoi ricordi, nelle sue emozioni più vive e vere, le sue difficoltà, i suoi sogni a volte infranti, le sue ideologie non sempre comprese. Alfredo a volte mi ha fatto molto arrabbiare, si definisce anarchico e poi invece ha idee politiche ben precise, mi ha fatto emozionare con i suoi amori, mi ha fatto ridere quando conquistava donne come se non ci fosse domani, mi ha fatto riflettere quando in Brasile non era accettato perchè straniero e quando è tornato in Italia era chiamato "il brasiliano", mi ha fatto pensare a quante vite potrebbero essere raccontate, di persone che magari pensano di essere normali e invece potrebbero scrivere fior di romanzi,mi ha fatto comprendere quanto può essere difficile la vita, quando il percorso si fa irto di ostacoli e devi superarli per forza, senza abbatterti e più forte di prima,mi ha fatto capire quanto siano importanti i legami che a volte sottovalutiamo o diamo per scontati, ma invece senza saremmo davvero il nulla;ho apprezzato molto questo romanzo, scritto da un uomo a cui la vita ha complicato molti piani, che nonostante tutto è generoso, ha voglia di fare, di scrivere,  perchè di storie ne ha tante davvero da raccontare. La scrittura è scorrevole, diretta, minuziosa, piena di particolari, che rispecchia poi quella che è stata la vita del protagonista raccontato, le due cose vanno di pari passo. Se siete nati negli anni settanta, ottanta o novanta, vi consiglio di leggerlo, anche per capire attraverso quali situazioni storico-politiche è passata la nostra Italia.Non aggiungo di più, i libri vanno letti. A volte leggere le vite degli altri ci fa capire anche meglio in che direzione sta andando la nostra. 
Alfonso Nuccitelli è abruzzese, nato a Bolognano (PE) un pò di anni fa, ha scritto cinque libri e ne scriverà ancora, perchè si definisce un "raccontastorie", scritto volutamente tutto attaccato perchè quando hai voglia di raccontare la tua vita il racconta è strettamente legato alle storie che hai vissuto e che vuoi condividere. Se volete emozionarvi conoscete da vicino il raccontastorie di "Ruvida".

mercoledì 29 agosto 2018

Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli - Chiara Moscardelli

Ho conosciuto Chiara Moscardelli nel 2011, quando è uscito il suo primo libro "Volevo essere una gatta morta", l'ho intervistata per la radio e si è rivelata una gran bella personcina. Poi sono usciti altri suoi tre libri "La vita non è un film", "Quando meno te lo aspetti" e a Maggio scorso l'ultimo, "Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli" edito da Giunti. 
Teresa è una protagonista sui generis, di quello che io definisco un "thrilhumour", un pò giallo, un pò ironico, un pò divertente, una storia ambientata a Strangolagalli, cittadina in provincia di Frosinone, terra natìa di Teresa, psicologa, che vi torna dopo l'ennesima delusione lavorativa, per non parlare della vita sentimentale, una donna che porta con sè l'ombra di un padre ingombrante, famoso psichiatra di grido e la figura di una madre fuggita quando lei era bambina. Teresa ha vestiti particolari, abbina colori a volte in modo improbabile, però la lingerie che indossa sotto gli abiti è molto sexy, ha una memoria fotografica pazzesca e spesso non si stima molto. Dolcemente complicata potrei definirla come dice una canzone di Fiorella Mannoia. Purtroppo per lei si ritrova coinvolta in un omicidio che all'inizio viene scambiato per suicidio, ma la sua mente arguta scoverà dettagli sfuggiti ai più. Questo thrilhumour è pieno di personaggi particolari, dal Sindaco di Strangolagalli, alla figlia Irma la panterona, alla Signora Marisa piccola di statura ma piena di risorse, a due affascinanti uomini, un poliziotto ed un giornalista pronti ad occupare un posto speciale nel cuore della Papavero, fino a Paolo, il povero sventurato che viene ucciso ...o si è suicidato ? 
Niente, di più non vi dico, se cercate in rete è ovvio che trovate molte recensioni, più dettagliate della mia, ma se state leggendo vuol dire che non conoscete la trama del libro, quindi non spoilero di più. Si legge in un batter d'occhio, la scrittura della Moscardelli è scorrevole, piacevole, divertente, usa un linguaggio che va dritto al punto, senza orpelli e che vi farà proseguire nella lettura pagina dopo pagina, tanto che alla 301esima pagina penserete " è già finito?"
 Imparerete a conoscere Strangolagalli, paese del frusinate e la sua storia particolare, apprezzerete la minuziosità delle descrizioni e vi farete tante risate alternate a momenti di commozione e riflessione.
Teresa Papavero vi conquisterà e alla fine leggete i ringraziamenti, sono tanti, tutti diversi e vi faranno sorridere anche quelli, perchè la Moscardelli ha un modo tutto suo di citare e ringraziare amici, colleghi, parenti, lettori, lettrici e tutte le persone che ruotano intorno alla sua vita.
Una storia talmente ben raccontata che aspettiamo già la prossima, in cui Teresa Papavero chissà cosa combinerà!
Chiara Moscardelli è un vulcano di energia, portatrice sana di buonumore e dispensatrice di storie egregiamente raccontate, non perdete tempo, fate la conoscenza di Teresa, che della famosa vispa forse ha solo gli abiti, per il resto è una mancata "commissaria".

Chiara Moscardelli è nata a Roma, ma vive a Milano da alcuni anni, è la responsabile editoriale della narrativa di Baldini+Castoldi,dopo aver lavorato per svariati anni come responsabile ufficio stampa anche per altre case editrici,il sabato e la domenica si dedica alla promozione dei suoi libri, è una delle penne più promettenti del panorama letterario italiano.

Vi allego il link dell'intervista che mi ha rilasciato poco tempo fa : 
http://www.trendemoda.it/cultura/libridintorni-intervista-a-chiara-moscardelli-scrittrice-ironica-divertente-e-un-po-detective/



venerdì 24 agosto 2018

Il caffè dei miracoli - Franco Di Mare

Franco Di Mare è un bravissimo giornalista, che certo non ha bisogno di essere presentato da me come tale, ma oltre che stimarlo come giornalista, lo stimo come scrittore. Mi ero già imbattuta (trovate la recensione qui sul mio blog) su "Il teorema del babà", che a dire il vero è uscito dopo "Il caffè dei miracoli" edito da Rizzoli, che ho appena letto, ma chi mi legge sa che io non guardo le uscite in ordine cronologico, spesso è il titolo che mi spinge a prendere in mano un libro e anche questa volta è andata così. Dunque conoscevo già Bauci (come una delle città invisibili di Italo Calvino), splendido borgo della costiera amalfitana, protagonista del romanzo in questione, un borgo dove davvero succedono tante cose, ma tutto ruota intorno alle donne, croce e delizia del sindaco Rocco Casillo. L'ambiziosissimo primo cittadino, per omaggiare il grande Fernando Botero, fa esporre in pubblica piazza, davanti la chiesa del paese, la Maya Tropical, raffigurante una donna "formosa" come tutte quelle di Botero e completamente nuda. La "statua" porterà scompiglio in tutto il borgo, dal parroco, a Michele iphone, titolare del bar in piazza che sa sempre tutto, a Carmela la fruttivendola a Venanzio il netturbino, alla Dottoressa Neri, al Maresciallo Mannino. Una storia piena di personaggi, di vite che si incrociano, di strategie politiche e amorose, di abbandoni e ritrovamenti, di amori che nascono, di indagini alla Montalbano. Un romanzo bello, scorrevole, piacevole, scritto con uno stile inconfondibile, come solo Franco Di Mare sa avere nel raccontare storie di quel sud bellissimo che tanti ci invidiano e tanti ci criticano, ma intriso di sentimenti veri, di bellezze naturali straordinarie, di storie particolari che solo chi ci ha vissuto sa riportare nero sù bianco. Come sempre non vi svelo di più, i libri vanno accennati, ma non raccontati nei dettagli, la curiosità deve sempre avere la meglio. Bauci è un borgo dove tutti vorremmo andare in vacanza, posto proprio lì in una delle coste più belle del mondo, pieno di turisti in estate e vuoto d'inverno, come la maggior parte dei luoghi di vacanza, racconta la varia umanità con i suoi entusiasmi, generosità e tante debolezze, che l'occhio dell'autore tratteggia con meravigliosa ironia come chi sa bene di cosa sta raccontando. Trentuno capitoli da leggere con animo leggero e pronto al sorriso e allo stupore, questo è "Il caffè dei miracoli", un romanzo che vi farà sentire a casa, divertendovi ed emozionandovi.

Franco Di Mare è nato a Napoli, è conduttore tv, giornalista, scrittore, inviato di guerra nei posti più caldi come Balcani, America centrale, Africa, ha realizzato reportage straordinari.Anche come scrittore raccoglie molti consensi, con "Il cecchino e la bambina" del 2009, "Non chiedere perchè" del 2011 arrivato anche in finale al Premio Bancarella, "Il paradiso dei diavoli" del 2012, "Il caffè dei miracoli" del 2015, " Il teorema del babà" del 2017 ed è uscito da poco il suo ultimo lavoro " Barnaba il mago". Ha vinto molti premi e ha ricevuto molti riconoscimenti, un grande professionista, che sa raccontare quello che vede e comunicare emozioni, sia attraverso il suo lavoro di giornalista che di scrittore.


mercoledì 22 agosto 2018

Casi umani di Selvaggia Lucarelli

Credo sia una delle donne in assoluto più criticate, è capace di dividere le folle, io faccio parte delle sue estimatrici, la seguo da sempre, la trovo ironica, divertente, pungente, a volte sopra le righe, ma non le manda a dire a nessuno e questo ai miei occhi fa di lei una "tosta".
E' uscito a Luglio il suo quarto lavoro letterario "Casi umani" edito da Rizzoli, letto davvero d'un fiato, anche perchè non è lunghissimo, ma soprattutto è "umano", lei è Selvaggia Lucarelli.
Tutto parte dalla fine di una storia d'amore importante e Selvaggia racconta in prima persona il dopo, quando si cerca di elaborare il dolore, ma si prova anche a sentirsi ancora belle, affascinanti e in grado di conquistare un altro uomo. Solo che davvero i peggio li ha incontrati tutti lei, appunto casi umani, uomini che inizialmente sembrano il massimo della vita e poi viene fuori l'esatto contrario. Ogni capitolo ha il nome di uno di questi disgraziati incontrati sul suo cammino di donna ferita dalle pene d'amore, ma non il nome vero, il soprannome che Selvaggia Lucarelli dà ad ognuno dopo aver scoperto le magagne. Il peggio di tutti è Mister Foglio Excel, di una taccagneria e tirchieria di altri tempi, che all'inizio, al primo incontro aveva già dato segnali di questo suo problemino, ma poi davvero si supera. Non vi dico i soprannomi degli altri per non rovinarvi il piacere della lettura e della scoperta, di personalità che purtroppo si incontrano davvero nella vita, bisogna stare molto attente. La Lucarelli racconta di questi casi umani con la sua solita autoironia, che a volte ho trovato un pò forzata, in alcune battute esagerata, ma ci può stare, non può essere sempre tutto perfetto e poi, ovviamente, è solo un mio pensiero. Quello che racconta il libro è realtà, perchè una donna ferita cerca sempre delle conferme e a volte non sempre trova l'uomo giusto al momento giusto, anzi spesso accade il contrario, perchè manca la lucidità di pensiero, si pensa che potrebbe essere il compagno  perfetto, che finalmente farà dimenticare l'uomo che ha reciso con un taglio netto improvviso la relazione che si pensava fosse quella per tutta la vita. Un vademecum molto utile, che ci insegna come riconoscere dalle prime avvisaglie questi problematici soggetti travestiti da possibili principi azzurri.
Spero solo che Selvaggia questi uomini non li abbia incontrati davvero, che ci sia un pizzico di fantasia nel raccontare, perchè altrimenti penserei che davvero li ha cercati con il lanternino, finchè finalmente ha incontrato il suo attuale compagno, bello, affascinante e in perfetta sintonia con lei. Certo a volte per arrivare in cima alla montagna si devono percorrere sentieri irti e faticosi, ma incontrare Mister ho una cosa per te, ladruncolo indefesso e seriale, minerebbe la sicurezza di qualunque donna, 
Un libro spassoso, divertente, ironico, in alcuni momenti surreale,  una vera guida per donne deluse dall'amore, che leggendolo impareranno a pensare sempre positivo, il peggio è sempre dietro l'angolo. Breve, avrei voluto fosse più lungo, l'ho letto in un batter d'occhio, a testimonianza che la lettura è scorrevole e piacevole, molto piacevole. Non spoilero di più, va letto per capire la varia o avariata umanità in fatto di amore che ci circonda. Un pò d'invidia per Cenerentola viene, un ballo le è stato sufficiente per capire che quello era il suo Principe ed è bastata una scarpetta per farli rincontrare, oggi per farti rispondere ad un messaggio su whatsapp devi pregare, soffrono tutti di crampi alle mani. Cara Selvaggia aspetto il prossimo, non far passare troppo tempo ! 

Selvaggia Lucarelli, editorialista per "Il Fatto Quotidiano", speaker radiofonica, giudice nel programma televisivo "Ballando con le stelle", autrice di altri libri come "Che ci importa del mondo" o "Dieci piccoli infami", attivissima sui social, molto seguita, è tornata in libreria con " Casi umani" edito da Rizzoli.



martedì 31 luglio 2018

"Una stagione incerta" di Elda Lanza

Avevo già letto altri libri della straordinaria Elda Lanza, ma l'ultimo che ho appena finito, "Una stagione incerta",edito da Ponte delle Grazie, l'ho iniziato senza guardare la quarta di copertina, ho iniziato e basta e sono rimasta molto sorpresa, soprattutto per le emozioni che ho provato leggendo 231 pagine meravigliose.
I protagonisti sono Edgarda e Giovanni o meglio Eddy e Nanni,che dopo essersi innamorati da ragazzi si perdono e dopo quasi cinquant'anni lui ritrova lei e rivivono e riprendono il loro amore. Lei è più chiusa, più restìa di lui a dare di nuovo credito ad un sentimento, che in realtà non era mai scomparso dal loro cuore e a 69 anni Eddy cederà all'amore di Nanni, ma sarà un percorso inizialmente bello, poi si farà difficoltoso, ma pur essendo una donna razionale, indipendente, conscia dell'avanzare dell'età Eddy saprà vivere in modo totale, meraviglioso, commovente, altruista.
Un tuffo al cuore è stato per me leggere questo romanzo, mi sono commossa in più punti della storia, ho apprezzato tanto i personaggi, descritti minuziosamente dalla penna di Elda Lanza, che ha saputo tracciare caratteri, profili, ricordi, in modo magistrale, sviluppandoli in una trama in cui aspetti che arrivi il lieto fine, che l'amore trionfi e l'amore trionferà come l'atleta che corre la maratona e sfinito e felice taglia il traguardo, con gioia ma anche con un pizzico di nostalgia per la strada che ha lasciato dietro di sè. Vorrei potervi dire di più, ma non ritengo sia giusto, perchè romanzi così vanno letti, assaporati, riflettuti e poi digeriti, si digeriti, perchè ti smuovono dentro e ti portano a riflessioni sul modo che ognuno di noi ha di vivere le mille sfaccettature dell'amore. Ammetto che ho amato più Eddy che Nanni, lei è il ritratto di una donna che potrebbe piacere a molti, lui è l'uomo forse con il cavallo bianco travestito da agiatezza che molte sognano, ma sarà proprio nella stagione incerta della vita che tutto si azzererà e le emozioni e i risentimenti lasceranno il posto ad un reciproco scambio che poi sarà univoco per volere del caso, che come scrive Elda Lanza, non è altro che Dio che lavora in incognito.
Grazie a Elda per questo bellissimo romanzo, dedicato all'amore dopo i sessant'anni mettiamola così, quell'età in cui qualcuno pensava che non potesse più innamorarsi e invece l'amore davvero non ha età, ma soltanto emozioni vere.
"Da quando aveva nuovamente incontrato Nanni, Edgarda si rendeva conto di vivere un'età che non era mai esistita prima di loro. Quelli che erano stati vecchi prima di loro, erano vecchi in un altro modo alla loro età. La loro vecchiaia era stata capace di sentimenti. Di energia. Di emozioni. Di sogni. Di progetti. Come di poteva definire vecchiaia quella stagione incerta che avevano vissuto?"

Elda Lanza è scrittrice, giornalista ed esperta di comunicazione. Prima presentatrice della televisione italiana, imprenditrice, spesso ospite di molte trasmissioni radiofoniche e televisive è davvero un personaggio carismatico. Ha pubblicato alcuni romanzi con Salani il cui protagonista è l'affascinante Avvocato Max Gilardi, passando poi per "Il tovagliolo va a sinistra.Il galateo per un mondo che cambia: come fare, come essere" edito da Vallardi e poi altri romanzi. Ha vinto i Premi letterari Minturno ed Europa e il Premio Giuditta alla carriera.
Una grande scrittrice e narratrice di cose belle e dispensatrice di svariate emozioni.



lunedì 30 luglio 2018

"L'ultimo caffè della sera" di Diego Galdino

Ve lo avevo preannunciato nell'ultima recensione che avrei letto ancora un romanzo di Diego Galdino, ed è proprio "L'ultimo caffè della sera"; sono rientrata nel Bar Tiberi a Trastevere e ho vissuto due giorni in compagnia di Massimo, di sua sorella Carlotta, della new entry Marcello, che ha preso il posto del mitico Dario, che ha lasciato un tristissimo Massimo alle prese con i suoi problemi sentimentali e non solo, poi sono arrivati il Professor Buh, Ale oh oh cinese nato Roma che fa il tabaccaio e Riccardo il parrucchiere che ha ereditato il negozio dello zio trasferitosi a Torino, più gli altri personaggi già noti. Questa volta ho ritrovato un Massimo riflessivo, a tratti nostalgico, a tratti playboy, ma sempre lo stesso cuore romantico, dolce, che anche se fa il duro in realtà è uno zuccherino. Geneviève è ormai lontana in quel di Parigi e Massimo deve farsi una ragione della fine di quell'amore, sarà l'incontro con due occhi blu magnetici e profondi a fargli capire che nulla è perduto, che l'amore per tutta la vita esiste, che le storie passate e finite male restano graffi dell'anima ma una speranza c'è sempre. Certo non mancano i colpi di scena, le sorprese, arrivi e partenze, ma Massimo riesce a far fronte a tutto. Il mitico caffè più buono di Roma resta protagonista, così come la Capitale più bella del mondo, di cui il nostro barista-artista ci fa conoscere altre storie segrete, meandri che conosce solo chi ci è nato e la vive con amore, tesori artistici sconosciuti ai più, ma soprattutto Massimo mi ha fatto comprendere che esistono ancora piccoli microcosmi in cui vivono persone che si vogliono bene, si stimano e si supportano a vicenda. Ancora una volta è una storia travagliata, ma molto molto romantica, che potete leggere anche senza aver preso in mano "Il primo caffè del mattino", certo se li leggete tutti e due Massimo vi conquisterà, ma l'uno è prescindibile dall'altro e in questo Diego Galdino è stato bravissimo. Mi è venuta voglia di andare a Roma a cercare Massimo Tiberi, a vedere il suo quartiere, perchè Diego ama la sua città e lo si percepisce ad ogni parola, si sente in tutte le descrizioni minuziose e appassionate e dato che il mio pensiero è che ogni scrittore mette sempre qualcosa di suo nei suoi personaggi e nelle sue storie, ora capisco perchè il bar di Diego Galdino è sempre affollato e i lettori vanno da ogni dove per salutarlo e gli inviano foto anche da altri paesi europei. Sarebbe bellissimo se davvero un Massimo potesse esistere nella vita di ogni donna, credo siano pochi e se avete voglia di sognare e di farvi condurre per mano in una storia bella, vera, ricca di emozioni, di amicizia, di amore, di arte, allora avete trovato il romanzo che fa per voi. Questa volta ci sono anche caffè nuovi, gusti particolari, che però se non li provate al Bar Tiberi difficile possano avere lo stesso sapore. Auguro il meglio a Diego Galdino, le sue storie hanno un che di retrò e di moderno,di romantico e razionale e se i suoi romanzi vengono tradotti in Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Bulgaria, Serbia, Spagna e Sudamerica, un motivo ci sarà pure, si chiama talento.

Diego Galdino è nato a Roma, è scrittore ma anche barista nell'esercizio di famiglia, nel 2013 ha pubblicato "Il primo caffè del mattino" di cui sono stati acquistati i diritti cinematografici, l'anno dopo "Mi arrivi come un sogno", nel 2015 "Vorrei che l'amore avesse i tuoi occhi", lo scorso anno "Ti vedo per la prima volta" e qualche mese fa "L'ultimo caffè della sera". E' stato definito il Nicholas Sparks italiano e io sono d'accordo.



domenica 22 luglio 2018

"Il primo caffè del mattino" di Diego Galdino

La rima del titolo è proprio carina, non so se l'autore ha pensato che fosse simpatica, mattino-Galdino, a me piace molto. Durante uno dei miei ultimi giri in libreria, ho acquistato "L'ultimo caffè della sera" di Diego Galdino, ho letto la quarta di copertina e ho scoperto che con Sperling & Kupfer aveva pubblicato anche "Il primo caffè del mattino", così l'ho ordinato e l'ho letto per primo. In ritardo, dato che è uscito da un pò, ma i libri per me non hanno scadenza, quindi mi sono calata nel magico mondo di Massimo Tiberi, proprietario di un bar a Trastevere. Come ogni bar che si rispetti ha i suoi clienti abituali e qui potete scegliere il vostro preferito,da Luigi il falegname a Tonino il meccanico, da Pino il parrucchiere ad Antonio l'idraulico, fino a Dario, settantenne aiutante di Massimo e figura amicale e paterna. La vita di Massimo viene rivoluzionata dall'incontro-scontro con Geneviève, francesina che eredita un appartamento proprio di fronte al Bar Tiberi. Una storia d'amore con tanti protagonisti, con l'incanto della Roma bella, ricca di arte, di cose affascinanti e di racconti che si perdono nella notte dei tempi. Una storia travagliata quella che vivrà Massimo, riflessivo e ossessivo, mai innamorato, che cede al fascino degli occhi di questa giovane francese un pò particolare, che lo farà soffrire, non dormire, ma che gli insegnerà molto, tanto, sui sentimenti e su chi lo circonda. Non racconto altro, ma non per paura di spoilerare, tanto trovate in rete tutto quello che volete sapere, ma perchè vorrei che vi venisse la curiosità di leggerlo. Diego Galdino è bravo e curiosando ho scoperto che ha davvero un bar, quindi ho capito perchè riesce ad entrare così a fondo nell'animo di chi legge, chi è dietro il bancone ascolta tutte le nostre storie, capisce i nostri umori, malumori e contentezze e solo per la pazienza meriterebbe molto di più che il titolo di "barista". Diego Galdino ci porta a spasso in una Roma bellissima, mai conosciuta, raccontata con rispetto, quasi devozione e ci fa entrare nel cuore di Massimo che potrebbe essere un qualsiasi ragazzo di un'altra città e lo fa con pulizia, passatemi il temine, con delicatezza...certo a volte Massimo è un pò logorroico, ma tutto quello che fa lo fa con il cuore, ed è  per questo che l'ho seguito volentieri in tutti i suoi pensieri, a volte cervellotici, dietro un amore che gli dà tanto da pensare. Mi piace la scrittura di Diego Galdino, è pulita, semplice e profonda nello stesso tempo, sfodera colpi di scena che non ti aspetti e vai avanti nella lettura per capire proprio cosa ne sarà di Massimo. Alla fine del libro trovate "E tu di che caffè sei?", una lista di caffè straordinaria e se trovate il vostro preferito, vi spiega anche come siete e perchè scegliete quel tipo di caffè. 
Ora ho iniziato l'ultimo, cioè " L'ultimo caffè della sera", uscito da poco e che Galdino sta presentando in giro per la nostra penisola,in questi giorni in Calabria. Appena ho finito vi farò sapere se mi è piaciuto come quello del mattino...il caffè. Nel frattempo se lo leggete anche voi fatemi sapere. Ah il mio caffè preferito è al vetro e non sono ipocondriaca caro Diego, mia nonna lo faceva così :-) 

giovedì 17 maggio 2018

Radio Stella, la mia Radio Stella festeggia 40 anni

La Radio è un mondo straordinario, è fantasia, comunicazione, conoscenza, informazione e tanto altro. Lavoro a Radio Stella da tantissimi anni, che preferisco non quantificare, forse nella vita non avrei potuto fare un altro lavoro se non questo. Lo svolgo con passione, con amore, con leggerezza anche, perchè ci vuole anche quella ed ho imparato tanto da Radio Stella, ho imparato ad essere presente quando gli altri hanno bisogno e tu puoi essere la voce dell'informazione, ad essere seria quando la notizia lo richiede, ad amare e scoprire artisti che mai avrei conosciuto altrimenti. Ho imparato la comunicazione sportiva, Radio Stella per anni e anni è stata la voce dello sport della mia città, l'entusiasmo per una partita vinta, per un rally seguito anche in notturna durante il campionato italiano, il Giro d'Italia che regala emozioni, una squadra di volley che vince un campionato e tantissimo altro. Radio Stella segue da anni e anni il Festival di Sanremo con 7 collegamenti al giorno in diretta dalla città dei fiori, è presente a tante manifestazioni importanti, ma soprattutto è presente da 40 anni nella vita di tanti di noi. Radio Stella è il mio Direttore Walter Di Renzo che ha dedicato tutto di sè all'emittente, tenendo i suoi collaboratori con la fermezza di un Capitano e la dolcezza di un amico. Radio Stella rappresenta molto per ognuno di noi che ha  avuto la fortuna di esserne parte anche solo per poco tempo, perchè poi si è radiostelliani per sempre.
Oggi Radio Stella festeggia 40 anni e io la immagino come una donna affascinante, che fa un pò la vanitosa per questo bellissimo traguardo raggiunto, per le cose belle che ha saputo regalarci in tutti questi anni di vicinanza.
Potrei raccontarvi mille aneddoti, ma sarebbero davvero troppi, oggi è solo il giorno degli auguri a colei che mi ha regalato emozioni grandissime fatte di risate ma anche di lacrime, che mi ha fatto amare questo lavoro ogni giorno, facendomi sentire fortunata, perchè non sempre si può fare il lavoro che ci piace. La Radio la può fare solo chi è pazzo come noi, una frase questa che ricorre spesso, perchè noi siamo una radio provinciale, mica un network e se c'è da rimanere fino a tardi non c'è scusa che tenga, se accade qualcosa siamo tutti lì a mobilitarci e non siamo certo in cinquanta. 
Ho creduto in questo sogno da giovane ragazza e ora mi ritrovo adulta a continuare a crederci.
Auguri Radio Stella, auguri con tutto il mio cuore, che tu possa continuare a suonare le canzoni più belle, a seguire gli eventi più importanti, a regalare emozioni a tutti i radiostelliani e le radiostelliane, perchè la vita senza emozioni sarebbe come uno champagne senza bollicine. Buon Compleanno Radio Stella del mio cuor, 40 anni te li porti benissimo !

giovedì 5 aprile 2018

Primo venne Caino di Mariano Sabatini

Il secondo romanzo giallo di Mariano Sabatini "Primo venne Caino" è uscito a metà Gennaio e io l'ho lasciato un pò lì sul mio tavolo, la copertina è emblematica, ma per capirlo bisogna leggerlo, l'ho fatto un pò decantare come si fa con i vini, dopo aver letto e amato il suo primo e premiatissimo "L'inganno dell'ippocastano" avevo il timore che questo secondo non mi avvincesse come il primo.
 Ho commesso un errore di pensiero, una volta iniziato non vedevo l'ora di arrivare alla fine per capire. Avvincente, curioso, intrigante, letto davvero tutto d'un fiato.
Il protagonista è il Leo Malinverno del primo, giornalista affascinante, bravo, scaltro, con grandi doti culinarie e investigative. Questa volta una sempre bellissima Roma fa da sfondo agli omicidi che commette un serial killer, soprannominato il Tatuatore, perchè dopo aver ucciso le sue vittime toglie loro un lembo di pelle dove c'è un tatuaggio. Al fianco di Malinverno c'è una giovane e bella fidanzata Eimì, il Maggiore Sgrò misterioso e finto perbenista, il suo amico vicequestore Jacopo Guerci, la sua collega Carla e tanti altri personaggi che faranno da contorno al progetto macabro che il Tatuatore mette in atto, in un alternarsi di colpi di scena, indagini, che vedranno Malinverno agire parallelamente alle forze dell'ordine e giungere ad una conclusione sorprendente e travolgente che sarà possibile comprendere solo alla fine.
Mariano Sabatini ripropone in questo secondo romanzo la figura del giornalista investigativo, un Leo Malinverno stavolta più riflessivo, sentimentale, generoso, ma sempre furbo, intelligente e lo pone al centro di una vicenda complicata, con risvolti psicologici intensi.Nel romanzo c'è una  cura certosina nelle descrizioni dei particolari, nella ricerca sulla storia dei tatuaggi, nella raffigurazione delle città in cui Malinverno  si reca per indagare, una sottolineatura a volte emozionante dei sentimenti che il giornalista custodisce dentro di sè e che lo rendono ancora più affascinante.Il titolo come il primo romanzo lo capirete ad un certo punto del libro, a conferma che nulla è lasciato al caso. Una Roma afosa è lo scenario principale, in tutta la sua bellezza e in tutte le sue contraddizioni e i suoi problemi, una città che appare sempre da scoprire per chi la vede con gli occhi del turista.Un grande lavoro quello di Mariano Sabatini che conferma la sua inclinazione naturale per la scrittura e per il giallo e la sua bravura nell'intessere trame che, sceneggiate, potrebbero regalare grandi fiction.
Un thriller enigmatico, psicologico, nero, al quale auguro di scalare le classifiche, di arrivare a quanti più lettori possibili, perchè è vero che oggi fare lo scrittore è difficile, ma talenti come quello di Mariano Sabatini vanno riconosciuti e Leo Malinverno merita un posto di riguardo nel grande panorama dei protagonisti di gialli, ispettori, commissari, che in alcuni casi hanno molta meno personalità del nostro giornalista esperto di "nera". A presto Leo !

Mariano Sabatini è nato a Roma, giornalista, scrive per quotidiani, periodici e web. E' stato autore di programmi di successo per la Rai, Tmc, e altri network nazionali. E' presente spesso in tv come commentatore di attualità e programmi. "L'inganno dell'ippocastano" il suo primo giallo, si è aggiudicato il Premio Flaiano e Il Premio Romiti Opera Prima 2017.


lunedì 26 febbraio 2018

"Darker" - E.L.James

Sono ricaduta nella trappola delle 50 sfumature, o forse non ne sono mai uscita..chissà!
E.L.James criticatissima, ma poi letta spesso di nascosto, ha pubblicato "Darker", praticamente le 50 sfumature di nero raccontate da Christian Grey. In questo capitolo lui si spinge un pò più in là nel raccontare la sua infanzia di bambino maltrattato, riesce a guardarsi dentro e a capire che ama profondamente Anastasia, tanto da chiederle di sposarlo, insomma una trama che già si conosce ma raccontata da lui. Il punto è che E.L. James però sa raccontare molto meglio le cose dal punto di vista femminile. Questo Christian Grey dice molte parolacce, si eccita per un nonnulla e non fa altro, pure qui, che guardare lei che si morde il labbro inferiore e immaginare scenari sado-maso. Vede lei praticamente come una dea, una donna fisicamente perfetta con cui copulare in ogni modo possibile e immaginabile e da lì a chiederle di sposarlo il passo è breve. Manca l'ultimo capitolo, le 50 sfumature di rosso raccontate da lui, ma sicuramente E.L. James non ci farà attendere troppo.
Rimango della mia idea, la trilogia raccontata da lei a me è piaciuta, vi suggerisco come sempre di rileggerla saltando le scene di sesso sfrenato, ne rimane una bella storia d'amore, che ha fatto sognare milioni di persone, visto che ne sono state vendute oltre 150 milioni di copie ed è stata tradotta in 52 lingue. Certo lei ha provato a sfruttare il filone, con i film campioni d'incassi e con i libri raccontati dal punto di vista di lui, ma con questi ultimi non le è andata benissimo.
Qualcuno li ha paragonati ai libricini Harmony, che comunque hanno un loro perchè e vengono letti da tante donne, poi se si fa una classifica pure del tipo di lettrici per me si sbaglia, si legge talmente poco nel nostro paese che io sono favorevole a qualsiasi libro si decida di prendere in mano e affrontarne la lettura. 
Il comun denominatore dei libri della James è che questo Christian è davvero un gran figo, che al cinema Jamie Dornan non ha proprio interpretato al meglio, me lo immaginavo con il capello un pò più lungo, occhi magnetici, ma poi ognuna immagina quello che vuole e i film non rispecchiano mai totalmente i libri, tranne che per casi rarissimi.
Certamente non siamo davanti ad una serie di libri che fanno la storia della letteratura, ma dato il successo mondiale qualche domanda me la farei.
E.L. James negli anni scorsi è stata definita dalla rivista "Time" una delle persone più influenti al mondo, da Barbara Walters una delle persone più affascinanti" e da "Publishers weekly" personaggio dell'anno. Lei molto felicemente vive a West London con il marito e i figli e sta lavorando ad altri romanzi. 
Scommettiamo che entro l'anno Christian ci racconterà le 50 sfumature di rosso? 
Forse perdo in partenza, spero solo che al prossimo lui sia meno sognatore e lei la smetta di mordersi il labbro inferiore, che fosse vero a quest'ora non ne sarebbe rimasto niente ! 
Alla prossima !

martedì 13 febbraio 2018

"Detto tra noi" di Alessandro Del Piero

Ogni tifoso ha il suo Capitano del cuore e parlo di calcio eh, Alessandro Del Piero è il mio. Nel fare la recensione di un libro in genere cerco di essere obiettiva, di comunicare quanto mi è arrivato dalla lettura, ma qui mi è difficile restare imparziale. 
" Detto tra noi" di Alessandro Del Piero è stato uno dei miei regali di Natale preferiti e ho centellinato anche la lettura, perchè volevo non finisse e perchè volevo memorizzare tutte le informazioni preziose che vi leggevo su quello che rimane il mio calciatore preferito.
Prima di parlare di lui però devo parlarvi di eFanswer, il primo social publisher che ha messo su una piattaforma social-editoriale in cui i fan, gli utenti, possono interagire direttamente con i loro idoli. Ecco il libro di cui vi parlo parte da lì, sfogliandolo di lato ci sono le domande dei tifosi a cui Alessandro Del Piero ha risposto, raccontando passo dopo passo la sua straordinaria carriera, i ricordi di giovane calciatore, la sua famiglia, le sue esperienze lavorative ed umane, i suoi sogni, domande davvero interessanti, curiose, che tanti suoi tifosi hanno avuto il privilegio di poter fare, ma soprattutto quello di ottenere una risposta.
Un Alessandro Del Piero sorprendente, che ci racconta cose che avremmo sempre voluto chiedere, come per esempio le emozioni del Mondiale 2006 che ha visto l'Italia di Lippi Campione del mondo, il racconto del famoso gol che ci portò alla finale di Berlino. 
L'emozione e la responsabilità di essere il Capitano di una squadra, ruolo vissuto con grande generosità; il rapporto speciale con Angelo Di Livio che approdò alla Juve insieme a lui pur essendo più grande e con il quale Del Piero ha condiviso tanti anni bianconeri e azzurri fatti anche di amicizia.
Il rammarico per le finali di Champions perse, così come quelle europee e mondiali con la Nazionale, la commozione dell'ultima partita e dell'utlimo gol con la Juve e uno stadio intero in lacrime : " Mi sono ritrovato lì, in campo, a combattere contro me stesso allontanando il pensiero che fosse finita, che non avrei più giocato in quello stadio e con quella maglia. Nessuno, me per primo, si era ancora reso conto che quel momento potesse arrivare davvero. I titoli di coda del film del quale ero protagonista stavano per scorrere e io non avevo idea di come sarebbe stata l'ultima scena. Sapevo soltanto che la partita contro l'Atalanta doveva essere una festa e una festa è stata."
Il rapporto con l'Avvocato Agnelli, la sua famiglia, i suoi figli, l'Australia, l'India, l'America.
Un'intervista dei suoi tifosi lunga 149 pagine che di qualunque squadra siate tifosi vi farà apprezzare l'umanità di quest'uomo, la sua generosità e quello che a volte si cela dietro una partita di calcio.
Sono stata di parte lo so, ma posso dirvi che lo avrei ammirato comunque anche se avessi tifato un'altra squadra, perchè Capitani come lui, Francesco Totti, Javier Zanetti, Paolo Maldini sono di un'altra pasta e rappresentano quel legame con il calcio che mi piace e piace a tanti, fatto di attaccamento alla maglia e rispetto per tutti gli avversari. 
La verità caro Ale è che ci manchi tanto e che speriamo di rivederti presto in Italia in un ruolo prestigioso ! Te si 'fa' a mussa del strassaro Ale ...ci siamo capiti ? 
P.S. in dialetto veneto significa : sei come l'asina dello straccivendolo, ti conoscono tutti :-) 



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domenica 11 febbraio 2018

Sanremo 2018 : un trionfo

Dopo cinque sere davanti alla tv per seguire il Festival di Sanremo 68a Edizione, stasera mi mancheranno tanto le faccette di Claudio Baglioni, quelle ironiche, di disappunto, di commozione, di imbarazzo. Il " dittatore artistico" di questo magnifico festival era partito un pò in sordina, sembrava davvero tutto d'un pezzo, invece si è rivelato pieno di ironia, stakanovista, pignolo, elegante e anche se un pò con il viso stirato glielo perdoniamo perchè ha fatto un ottimo lavoro.
Michelle Hunziker si è rivelata vera conduttrice, showgirl, bella, raffinata, a volte esagera e surclassa tutti ma ha saputo tenere alla grande un palco così importante.
Pierfrancesco Favino è forse la rivelazione di Sanremo 2018, non come attore perchè ne conosciamo la bravura, ma come presentatore, ballerino, imitatore, doppiatore, un personaggio davvero da dieci e lode.
Le canzoni  tutte di qualità, poi come sempre il gusto è soggettivo, ma la vittoria di Ermal Meta e Fabrizio Moro mette d'accordo molti. Io avrei fatto vincere Ron che ha cantato un testo meraviglioso di Lucio Dalla " Almeno pensami", per il resto sono abbastanza d'accordo con quella che è stata la classifica finale. L'età media è stata di 49 anni e Baglioni non ha fatto partecipare nessun rapper, nonostante siano quelli che al momento vanno più forte a livello planetario, lasciando così spazio a melodie pop, a graffi rock, ad arie nostalgiche e a testi davvero molto belli.
Ho trovato imbarazzante Ornella Vanoni l'ultima sera alla consegna del Premio Sergio Endrigo, ma va giustificata per l'età, così hanno detto e io dico manco per niente, visto che era accompagnata da Bungaro e Pacifico, due bravissimi autori che, non sono stati nemmeno presi in considerazione davanti alla magnificenza di una donna ,che a questa età poteva sicuramente essere più generosa e dire due parole su di loro e su un mai ricordato abbastanza Sergio Endrgio.
E' stato tutto liscio come il velluto, nessuna polemica, nessun pettegolezzo degno di nota, forse l'amoritudine palesata di Michelle per il marito la prima sera e guardando tra le signore della giuria di qualità una Milly Carlucci botulinata un pò troppo che era più bella prima che ora, ma si sa non tutti accettano il tempo che avanza.
Tanti ospiti tutti degni di nota che hanno duettato con il padrone di casa e non solo, da Sting, a Piero Pelù a Gianna Nannini, Laura Pausini, James Taylor che ha duettato con uan meravigliosa Giorgia, passando per Fiorello che ha aperto la prima serata e che ci piacerebbe vedere prima o poi alla conduzione.
E’ stato già chiesto a Claudio Baglioni di fare il bis, ha lasciato in stand-by perché ha un progetto grande come quello di festeggiare i 50 anni di carriera, ma forse se lo corteggiano un po’ strappano un altro si.
Insomma prima che cominci c’è attesa, mentre va in onda ci si lamenta perché è lungo, ma quando finisce il Festival di Sanremo ti dispiace, almeno per gli addetti ai lavori è così. Ora sintonizzatevi sulla vostra radio preferita ( anche se non tutte passano le canzoni sanremesi, soprattutto alcuni network) e ascoltate le canzoni , tempo due giorni e tante vi ritroverete a canticchiarle mentre guidate, perché ? Perché Sanremo è Sanremo.



domenica 4 febbraio 2018

L'Amore sospeso...

Non ho mai amato le autocelebrazioni, per questo motivo non ho scritto nulla sul mio primo romanzo, ma a distanza di quattro mesi dalla sua uscita ho pensato di dirvi un pò di cose.
L'ho scritto in un anno circa, la sera, quando in casa regna pace e pochi rumori, nella mia postazione con il pc ed è stata un'esperienza bellissima.
Amo leggere da quando ero bambina, ho iniziato con le enciclopedie della prima elementare, quelle in cui si spiega il corpo umano, i cicli della luna, come è fatta la terra, dodici volumi letteralmente divorati, con il risultato che quando la maestra in classe provò a spiegare come nascevano i bambini, alzai la mano e lo spiegai io per bene dicendo alla maestra che non esisteva nessuna cicogna. Il risultato fu che i miei genitori vennero convocati a scuola perchè la maestra era scandalizzata. Forse ero stata troppo precisa e forse parliamo di un pò di anni fa. 
L'amore per la lettura è andato di pari passo con l'amore per la scrittura, due anni fa  ho finalmente trovato l'ispirazione giusta e ho cominciato a scrivere una mattina presto al mare.
Ludovica e Paolo sono i protagonisti del mio romanzo, si incontrano ragazzi e si innamorano, dura poco, ma è un amore destinato a rimanere nei loro cuori e lo capiranno rincontrandosi da adulti. Intorno a loro ruotano altri personaggi, come Anna, Dario, Christian e tanti altri. Il finale è quello che non ti aspetti. 
L'ho scritto di pancia e cuore e ogni giorno trovavo un'ispirazione diversa, così che dentro ci trovate amore, famiglia, amicizia, lavoro e colpi di scena. Ho amato ogni personaggio di questo libro e ho deciso di autopubblicarlo perchè la trafila con le case editrici era troppo lunga, troppe risposte vaghe e perchè volevo che rimanesse così come lo avevo scritto, senza che nessuno cambiasse qualcosa.
Se decidete di leggerlo ne sarei felice e aspetto di sapere le vostre opinioni, i vostri pareri nel bene e nel male.
La copertina è una mia foto, scattata all'alba di una mattina di Maggio, i colori del cielo erano straordinari e sono riuscita a cogliere in pieno quel momento.
E' un romanzo d'amore come ne pubblicano tanti, ma il mio ha una canzone per ogni capitolo, racconta di storie vere abilmente mischiate tra loro e Ludovica e Paolo potrebbero essere chiunque di voi.
Mi presento, sono una speaker radiofonica con la passione per il calcio, la fotografia, il mare, l'alba e le mie montagne abruzzesi. Mi piace molto presentare i libri degli altri ( oltre al mio ) e nei miei programmi radofonici spesso i miei ospiti sono scrittori e scrittrici. Amo la cioccolata, la pizza, la sincerità, la lealtà e le persone ottimiste.
Il mio libro è una goccia in mezzo all'oceano, ma se vi va di leggerlo lo trovate in ebook su Amazon oppure per il cartaceo scrivete a  robertamaio@tiscali.it
C'è anche una pagina Facebook in cui trovate tutte le informazioni,
Anche se spesso l'amore ci fa soffrire vale sempre la pena di essere vissuto.
Questo lo dice Ludovica e io sono d'accordo con lei :-) 

https://www.facebook.com/lamoresospeso/

https://www.amazon.it/LAmore-sospeso-Roberta-Maiolini-ebook/dp/B0771XCVPX/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid&sr



venerdì 26 gennaio 2018

" Dieci piccoli infami" Selvaggia Lucarelli

O la ami o la odi, io la amo. Selvaggia Lucarelli, influencer, speaker radiofonica, editorialista, bella donna, lingua biforcuta, intelligenza da rivendere e simpatia per tanti up & down, ha pubblicato il suo secondo libro. Dopo il successo del suo romanzo " Che ci importa del mondo ", ha pubblicato la scorsa estate " Dieci piccoli infami", Rizzoli.
Lo so, sono in ritardo, non l'ho letto appena uscito, l'ho lasciato lì a macerare sul comodino. Chiedo venia, avrei dovuto farlo prima perchè avrei passato ore felici. Non tantissime ore, perchè si legge davvero con poco, ma momenti felici sicuro.
I dieci piccoli infami del titolo, sono dieci persone che Selvaggia Lucarelli ha incontrato durante la sua vita e che per un motivo o per un altro non può perdonare. Con la sua grande e corrosiva ironia ci racconta episodi della sua vita, legati a persone imperdonabili, come l'amica che è un soldatino della madre e la fa saltare una serata, Suor Clelia, più vicina ad essere Suor Adolfa che non una timorata di Dio, Mister Amuchina che sembrava l'uomo della sua vita ma poi era solo parente a Mastro Lindo.
Un libro che è un pò più di una raccolta di caratteri e personaggi della varia umanità, quella che ha punteggiato la vita dell'autrice. Ci sono, nel trascorso di ognuno di noi, persone che non abbiamo mai perdonato perchè ci hanno fatto uno sgarro, un'offesa, ci hanno traditi, oppure semplicemente ci stavano sulle balle.
Dieci capitoli e tanti personaggi che ci raccontano e ci fanno conoscere meglio Selvaggia Lucarelli.
Io ho trovato analogie con " La mamma di Nicoletta", perchè tutte abbiamo avuto un'amica con la mamma hitleriana che controllava tutto e dava orari di rientro che nemmeno i militari. Selvaggia racconta tutto con la sua solita dissacrante e fantastica ironia, riportandoci a cose che avevamo nascosto nei menadri della memoria.
La seguo da quando scriveva piccoli articoli sul quotidiano " Il Tempo ", a volte esagera, non dico di no, ma vorrei avere un pizzico della sua ironia, del suo spirito di osservazione, un pò della sua sfrontatezza e un pò dei suoi fantastici capelli.
Una lettura piacevole, divertente, nostalgica, bella. 
Selvaggia Lucarelli è un personaggio che divide le folle è vero, ma leggeteli questi dieci piccoli infami, soprattutto se non siete suoi estimatori, cambierete idea. 
Comunque cara Selvaggia io in quel bosco oscuro non ci sarei mai rimasta ...sarei svenuta prima !