lunedì 30 luglio 2018

"L'ultimo caffè della sera" di Diego Galdino

Ve lo avevo preannunciato nell'ultima recensione che avrei letto ancora un romanzo di Diego Galdino, ed è proprio "L'ultimo caffè della sera"; sono rientrata nel Bar Tiberi a Trastevere e ho vissuto due giorni in compagnia di Massimo, di sua sorella Carlotta, della new entry Marcello, che ha preso il posto del mitico Dario, che ha lasciato un tristissimo Massimo alle prese con i suoi problemi sentimentali e non solo, poi sono arrivati il Professor Buh, Ale oh oh cinese nato Roma che fa il tabaccaio e Riccardo il parrucchiere che ha ereditato il negozio dello zio trasferitosi a Torino, più gli altri personaggi già noti. Questa volta ho ritrovato un Massimo riflessivo, a tratti nostalgico, a tratti playboy, ma sempre lo stesso cuore romantico, dolce, che anche se fa il duro in realtà è uno zuccherino. Geneviève è ormai lontana in quel di Parigi e Massimo deve farsi una ragione della fine di quell'amore, sarà l'incontro con due occhi blu magnetici e profondi a fargli capire che nulla è perduto, che l'amore per tutta la vita esiste, che le storie passate e finite male restano graffi dell'anima ma una speranza c'è sempre. Certo non mancano i colpi di scena, le sorprese, arrivi e partenze, ma Massimo riesce a far fronte a tutto. Il mitico caffè più buono di Roma resta protagonista, così come la Capitale più bella del mondo, di cui il nostro barista-artista ci fa conoscere altre storie segrete, meandri che conosce solo chi ci è nato e la vive con amore, tesori artistici sconosciuti ai più, ma soprattutto Massimo mi ha fatto comprendere che esistono ancora piccoli microcosmi in cui vivono persone che si vogliono bene, si stimano e si supportano a vicenda. Ancora una volta è una storia travagliata, ma molto molto romantica, che potete leggere anche senza aver preso in mano "Il primo caffè del mattino", certo se li leggete tutti e due Massimo vi conquisterà, ma l'uno è prescindibile dall'altro e in questo Diego Galdino è stato bravissimo. Mi è venuta voglia di andare a Roma a cercare Massimo Tiberi, a vedere il suo quartiere, perchè Diego ama la sua città e lo si percepisce ad ogni parola, si sente in tutte le descrizioni minuziose e appassionate e dato che il mio pensiero è che ogni scrittore mette sempre qualcosa di suo nei suoi personaggi e nelle sue storie, ora capisco perchè il bar di Diego Galdino è sempre affollato e i lettori vanno da ogni dove per salutarlo e gli inviano foto anche da altri paesi europei. Sarebbe bellissimo se davvero un Massimo potesse esistere nella vita di ogni donna, credo siano pochi e se avete voglia di sognare e di farvi condurre per mano in una storia bella, vera, ricca di emozioni, di amicizia, di amore, di arte, allora avete trovato il romanzo che fa per voi. Questa volta ci sono anche caffè nuovi, gusti particolari, che però se non li provate al Bar Tiberi difficile possano avere lo stesso sapore. Auguro il meglio a Diego Galdino, le sue storie hanno un che di retrò e di moderno,di romantico e razionale e se i suoi romanzi vengono tradotti in Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Bulgaria, Serbia, Spagna e Sudamerica, un motivo ci sarà pure, si chiama talento.

Diego Galdino è nato a Roma, è scrittore ma anche barista nell'esercizio di famiglia, nel 2013 ha pubblicato "Il primo caffè del mattino" di cui sono stati acquistati i diritti cinematografici, l'anno dopo "Mi arrivi come un sogno", nel 2015 "Vorrei che l'amore avesse i tuoi occhi", lo scorso anno "Ti vedo per la prima volta" e qualche mese fa "L'ultimo caffè della sera". E' stato definito il Nicholas Sparks italiano e io sono d'accordo.



Nessun commento:

Posta un commento