Questo è un racconto che ho scritto a Maggio 2020, stavamo per uscire dal lockdown e doveva essere inserito in un'antologia, poi il progetto non è andato più in porto e ho scelto di pubblicarlo qui. Ricorda un periodo che nessuno dimenticherà mai e ho scelto di fare una correlazione con i capelli, mi piace il suono vicino a sentimenti.
Mi guardavo allo specchio
tutte le mattine, non per ammirarmi, ma per osservare se ci fossero rughe in
più e i capelli, si i capelli che assumevano ogni giorno una sfumatura diversa
e soprattutto una forma diversa. Il mondo chiuso fuori dalla mia casa, dalla
casa di tutti, per un periodo che sembrava illimitato e io ero lì a
preoccuparmi dei capelli, si perché loro sono gli alleati del nostro viso, del
nostro confrontarci con gli altri, se li hai a posto puoi affrontare la
qualunque.
Mai nella vita nessuno di
noi avrebbe pensato di trovarsi in una situazione simile, un virus che ferma il
mondo, la parola “pandemia” è suonata come un annuncio di guerra, questa volta
però contro un nemico invisibile in grado di uccidere tante persone. I primi
giorni pensi a quanto sia surreale la situazione, poi arriva l’angoscia, le
lacrime silenziose che scendono davanti al primo caffè della giornata, poi
arriva la voglia di fare, metti a posto e scopri cose che nemmeno ricordavi di
avere in casa, poi cucini, dolci, salati, sperimenti, poi fai ginnastica, poi
fai le dirette sui social, poi provi a leggere, poi rifletti. Nel frattempo il
sottofondo è la televisione con le sue notizie, bruttissime, brutte, numeri,
decreti, poi rifletti ancora.
I giorni passano, l’uomo
è in grado di abituarsi a tutto, ma in questo caso la libertà limitata stride
con la parola abitudine. Giorni, tanti giorni in cui osservi e pensi, ti
osservi e pensi. Ho vissuto una specie di trasformazione personale e fisica,
come la maggior parte delle persone, avere poi un compagno lontano da te che
per lavoro è rimasto in un’altra città nel momento in cui è stato decretato il
lockdown, ti trasforma da donna energica a donna delle caverne se non fai
attenzione. Le videochiamate hanno salvato molte situazioni, molte coppie,
compresa la mia. Marco è un uomo molto attento ai particolari, così ogni
giorno, non sapendo mai a che ora la chiamata arrivasse ero sempre lì a
sistemarmi, un velo di trucco, una maglia o una camicia sopra, sotto tuta e
ciabatte, tanto in video si vede mezzo busto. Parole, tante parole, emozioni,
risate, anche discussioni, ma lui ogni giorno mi diceva qualcosa sui capelli.
Prima del lockdown li avevo viola scuro con striature fucsia, peccato che
dovessi andare dal mio parrucchiere proprio la settimana della chiusura, quindi
dopo quindici giorni in casa le sfumature erano già notevolmente cambiate in un
colore poco definito e il mio taglio corto non aveva più una forma degna di
questo nome. Ho sempre pensato ai capelli come qualcosa di evocativo, dalla cui
osservazione comprendi la personalità di chi incontri, la prima cosa che guardo
sia negli uomini che nelle donne, a volte provo a immaginare le dame dell’800
con le loro parrucche stratosferiche, un peso enorme da tenere sulla testa, ma
apparivano sempre sicure e fiere, se ci abbiniamo anche i bustini stretti…non è
che facessero una vita sociale facile. Osservando però, ho sviluppato delle
convinzioni, che non so se vere, ma per me è così: le donne ricce per esempio
hanno sempre un approccio spontaneo con gli altri, le donne che li hanno ricci
ma li portano lisci hanno personalità diffidenti, le donne con i capelli corti
sono sfrontate, le donne con i capelli lunghi si sentono protette, potrei
continuare per molto. Stessa cosa gli uomini, quelli che i capelli lunghi sono
anticonformisti, con il ciuffo lungo davanti misteriosi, con la testa rasata
impavidi.
Marco notava la mia
trasformazione attraverso i capelli, nonostante io facessi del mio meglio per
sistemarli. “Ti darei un bacio per ogni capello che hai”, questo era il nostro
modo di salutarci alla fine delle videochiamate, una specie di mantra, di frase
tutta nostra che c’è ancora. Io avevo i capelli corti perché volevo trovare
coraggio, per affrontare la vita e le situazioni, per sentirmi più sicura, con
i capelli corti hai il viso scoperto non puoi nasconderti dietro a nulla. Ho
sentito i miei capelli crescere durante i giorni chiusa in casa, ogni giorno
mentre pensavo davanti al primo caffè mi passavo la mano in testa e li sentivo
più numerosi, più lunghi, più indisciplinati e mi piaceva, mi dava una specie
di ottimismo, di fiducia. “Se crescono significa che il tempo passa, che tutto
si trasforma e tutto può migliorare”, intanto pensavo anche a quando poter
tornare dal mio parrucchiere, che immaginavo già con le forbici in mano pronto
a tagliare e sentivo il mio collo scoperto solo a pensarci.
Poi però quando ho
riconquistato come tutti un po' di libertà, quando sono uscita di nuovo, quando
ho rivisto Marco tra le lacrime e le risa e mi ha messo le mani tra i capelli
ho capito che potevo smetterla di ostentare sicurezza, che potevo mostrarmi
fragile, emozionata, insicura, ho capito che tutto quello che in quei due mesi
avevo vissuto mi aveva insegnato a mostrare la vera me, a dire sempre tutto, a
cogliere tutti gli attimi, la felicità, la tristezza, la gioia, lo sgomento, a
vivere appieno ogni singolo secondo. La progettualità riesce ad aiutarci anche
nei periodi più difficili e una pandemia che ferma il mondo può fermare anche
le menti più fervide, per questo “progettare” è una bellissima parola.
Immaginai il futuro con una folta chioma
curata, corposa, lucente, di un colore tra il viola e il rosso, forte, deciso,
generoso.
Gli ostacoli vanno
affrontati e superati, non perdendo mai di vista i nostri obiettivi, cercando
di rimanere sempre umani e io con i miei nuovi capelli mi sentivo pronta per
affrontare la guerra invisibile, perché potete avere qualsiasi cosa di voi che
non vi piace, ma con un’acconciatura ad hoc potete anche affrontare un’invasione
di cavallette….che comunque speriamo non arrivi !
Roberta Maiolini