mercoledì 29 novembre 2017

"L'arte dello scrivere" Seconda Edizione

Le cose belle hanno sempre un seguito, è in arrivo la seconda edizione de " L'arte dello scrivere", organizzata dall'Associazione culturale Adhara Dairia.
1-2-3 Dicembre p.v. presso la bellissima Sala del Principe di Palazzo Torlonia ad Avezzano(AQ) gli autori incontreranno i lettori.
Venerdi 1 Dicembre alle ore 17.00 aprirà la rassegna Gianluca Salustri abruzzese forte e gentile, presentato da Roberta Maiolini, speaker di Radio Stella, con il suo primo libro " Pane e polvere", storia e non solo dei minatori di Capistrello, con minuzia di particolari e testimonianze.
Alle 18.30 sarà la volta di Monica Tarola piemontese di nascita ma con genitori abruzzesi, presentata da Luisa Novorio, giornalista di Terre Marsicane e Presidente di Adhara Dairia, con " Il figlio del silenzio", libro pieno di sentimenti ed emozioni, che racconta il percorso in salita di Matteo figlio dell'autrice.
Sabato 2 Dicembre alle ore 17.00 toccherà ad un personaggio conosciuto e amato da molti, Andy Luotto, che con Roberta Maiolini presentarà " Anche i vegani fanno la scarpetta", scritto a quattro mani con Federico Quaranta. Andy Luotto dopo aver parlato del suo libro, alle 20.30, aspetterà tutti con un fantastico menù a cena da Umami Restaurant Cafè ( prenotazione obbligatoria), per una serata all'insegna della grande cucina e di tanto buonumore.
Alle ore 18.30 sempre nella Sala del Principe arriverà Matteo Persica, presentato da Roberta Maiolini e Federico Falcone gionalista di Marsicalive, con " Rino Gaetano. Essenzialmente tu". Una biografia, una storia, il racconto della vita di un artista straordinario rimasto nei ricordi e nella mente di tanti di noi con la sua musica particolare e la sua aria irriverente. Matteo sarà accompagnato da Daniele Savelli che suonerà e canterà alcune canzoni di Rino.
Domenica 3 Dicembre alle ore 17.00 Luisa Novorio presenterà Filippo Fabrizi autore abruzzese molto legato alla sua terra, con " Donne d'Avezzano", che racconta le donne che nel capoluogo della Marsica si sono distinte per le loro capacità e il il contributo che hanno dato in ambito culturale, artistico e imprenditoriale.
Alle 18.30 chiuderà la rassegna Simon and the stars, presentato da Luisa Novorio e Roberta Maiolini, con " L'oroscopo 2018. Il giro dell'anno in 12 segni". Previsioni astrali che Simon ( al secolo Simone Morandi) vero studioso dello stelle proporrà ai presenti con molta competenza e tanta verve che lo hanno reso famoso.
Un programma ricco e variegato in cui i libri saranno i protagonisti.
Tre giorni da non perdere, perchè se è vero che si legge poco, l'incontro con gli autori è sempre un'emozione, che spinge poi a saperne di più e a prendere il libro in mano.
L'invito è per tutti, l'ingresso è libero e con un programma così sarebbe davvero un peccato non partecipare!


lunedì 16 ottobre 2017

" Nero è il cuore del papavero " di Patrizia Tocci

Ci sono scrittori che raccontano come cronaca fatti anche personali, scrittori che ti fanno entrare nella storia che raccontano, scrittori che ci mettono il cuore, altri seguono uno schema narrativo, altri il loro pensiero....Patrizia Tocci ci mette poesia.
Avevo già sentito parlare di lei, avevo letto alcune sue cose sul giornale, su Facebook ai tempi del terremoto di L'Aquila e oggi ho l'opportunità di poter parlare del suo ultimo bellissimo lavoro " Nero è il cuore del papavero" Edito da Tabula Fati , che avrò l'onore di presentare venerdi 20 Ottobre ad Avezzano presso l'Aula Magna del Liceo Classico Alessandro Torlonia.
Si , l'onore, perchè questo è un Signor Libro, infatti ha vinto il prestigioso Premio Esposito.
Patrizia ci conduce portandoci per mano nella sua infanzia, nella sua adolescenza e nella sua vita da adulta, ci racconta la sua famiglia soffermandosi su tutte le figure più importanti, soprattutto su quella che le manca di più, suo Padre. Con delicatezza, con poesia, ci descrive le famiglie di un tempo, i piccoli borghi che hanno fatto la storia di tante nostre famiglie, i sacrifici, le piccole gioie, le sane abitudini che purtroppo si sono perse. Emerge un Padre di poche  parole ma con grandi e sapienti mani, dispensatore di amore, di consigli, di sguardi furbi e  intelligenti, un Padre che ha saputo lasciare tanto alle sue figlie, alla sua famiglia. 
Quaranta piccoli capitoli, colmi di amore, di poesia, di sincerità, l'autrice ha davvero donato con generosità una gran parte di sè, la sua sè più intima e lo ha fatto con delicatezza e rispetto verso un mondo che per certi versi non esiste più e per il grande amore che la lega al Padre. 
La presentazione di Paolo Rumiz , grande giornalista e scrittore, aggiunge ,se possibile, ancora più valore al libro di Patrizia Tocci.
Se volte immergervi in una storia bella, pulita, poetica, sincera, piena di buoni sentimenti e di grandi momenti di nostalgia e di amore leggetelo, vi farà riflettere e vi regalerà momenti di grande riflessione.
Una storia che mi è entrata nel cuore, a volte facendomi sentire piccola piccola, ci sono cose che forse dovremmo imparare ad apprezzare di più e che questa vita perennemente di corsa a volte non ci fa vedere e assaporare.
Se Patrizia Tocci dovesse venire nella vostra città per presentare il suo libro, andate, non perdete l'occasione di conoscere una donna colta, sensibile, raffinata e capace di donare agli altri una parte così intima della sua vita. Io posso aggiungere solo " Chapeau" con tutta la grazia che richiede un gesto così. Grazie Patrizia.

Patrizia Tocci è nata a Verrecchie (AQ), è laureata in Filosofia e ha vissuto a L'Aquila fino al 2015, ora vive e lavora a Pescara. Studiosa del Novecento ha pubblicato una raccolta di prose e poesie " Un paese ci vuole", una silloge poetica " Pietra serena", e poi " La città che voleva volare", " I gigli della memoria", narrazione collettiva sulla notte del terremoto che ha colpito L'Aquila e dintorni nel 2009.
Collabora con il quotidiano " Il Centro", ha lavorato in televisione, ha vinto premi importanti.
Una grande donna.


giovedì 24 agosto 2017

"Cronaca di un delitto annunciato " di Adriana Pannitteri

Questo romanzo-giallo è la cronaca di un delitto annunciato, lo si intuisce dalle prime pagine, ma si vuole avere conferma e si va avanti pagina dopo pagina, inanellando riflessioni, emozioni, senso di angoscia, curiosità, smarrimento, speranza.
Maria Grazia è una giornalista che lavora per un'importante Tv e che fa il suo lavoro con molto scrupolo, occupandosi di un pericoloso serial killer, di un pedofilo, di uno stalker e di femminicidio.
Ha una vita un pò disordinata Maria Grazia, con i sentimenti che rimangono spesso sullo sfondo e certezze familiari che a poco a poco svaniscono. Riceve lettere da Antonio, che le racconta tutta la sua vita, di uomo pieno di valori, di amore per il suo lavoro, per la sua terra natìa, per la sua famiglia. Poi avverrà un black-out nella sua testa che lo porterà ad essere un mostro e cerca forse dalla giornalista comprensione ? Perdono ? Non scendo di più nei dettagli, non voglio svelare molto altro della trama. Ci sono molti personaggi, egregiamente descritti, così come sono egregiamente descritte tutte le situazioni, anche le più surreali che Maria Grazia si trova a vivere e le conclusioni probabilmente saranno diverse per ognuno di noi. Il titolo è un omaggio che l'autrice ha fatto a Gabriel Garcia Marquez e il romanzo è ispirato ad una storia vera. Adriana Pannitteri affronta il difficile tema del femminicidio con crudezza ma anche con sensibilità, esplorando l'animo di un uomo come ce ne sono tanti, che forse se aiutati in tempo eviterebbero di fare del male. 
Lascia un senso di amaro questo romanzo ma induce alla riflessione perchè si inoltra negli abissi dell'animo umano con il ritmo di un romanzo giallo. 
E' un libro che si legge molto velocemente e per me è un pregio, cattura l'attenzione e spinge la curiosità, è dispensatore sano di pensieri e riflessioni legate alla cronaca di tutti i giorni.
Adriana Panniteri è nata a Roma ed è giornalista del TG1, ha scritto anche altri libri, "Madri assassine", "Diario da Castiglione delle Stiviere", "La vita senza limiti", "La pazzia dimenticata. Viaggio negli ospedali psichiatrici giudiziari". 
"Cronaca di un delitto annunciato " L'asino d'oro Edizioni è il suo primo romanzo.


martedì 25 luglio 2017

" Pane e polvere " di Gianluca Salustri

" Pane e polvere" di Gianluca Salustri è autopubblicato ed è l'opera prima di un ragazzo dal grande talento.
Mi verrebbe da definirlo saggio ed è scritto molto bene, c'è la ricostruzione minuziosa di fatti che, ammetto, non conoscevo, pur riguardando la mia terra.
Descrive molto bene il mondo dei minatori, le morti sul lavoro, la storia di Capistrello, suo paese natìo, che ha dato i natali anche ai tanti minatori che vengono ben descritti e raccontati nel libro.
E' un pò un reportage, un pò romanzo, le vicende vengono raccontate da testimoni del tempo o da sopravvissuti a uno dei periodi più duri della storia, sia italiana che locale.
E' il racconto di tutta la comunità di Capistrello che da più di cento anni vede i suoi minatori entrare nelle viscere della terra per scavare gallerie, anche le più importanti, come quella del Gran Sasso per citarne una.
E' però anche un racconto pieno di sentimenti, di amore, di nostalgia, di rabbia, di rassegnazione, di generosità.
Ginaluca Salustri ha saputo dare voce a quelle persone che hanno vissuto la vita ad aspettare di tornare a casa dopo aver acceso una mina, oppure ad aspettare che tornasse un marito, un fratello, un figlio e lo fa con grande delicatezza, dietro la quale si comprende esserci un grande lavoro di ricerca che ha portato ad un grandissimo risultato.
Ci sono storie che vi rimarranno nelle mente, uomini e donne che hanno fatto con i loro sacrifici grande la nostra comunità marsicana e non.
Un libro d'esordio straordinario, che omaggia chi è entrato e chi ancora oggi, entra nelle montagne per scavare gallerie e qualche volta non torna a casa. 
Una bella scrittura, che vi spingerà ad andare avanti, pagina dopo pagina, per entrare nel cuore, nei ricordi, nella storia di un paese ma soprattutto di tante persone che con tanto entusiasmo sono partite per un lavoro che spesso poche persone vogliono e volevano fare, per arrivare a scoprire tradizioni, sentimenti e storie di gente semplice, alla quale però tutti da nord a sud dell'Italia dobbiamo qualcosa.
Gianluca Salustri collabora con diverse case editrici e agenzie di comunicazione, ha un blog " Qualche riga d'Abruzzo " ed è da sempre impegnato con l'Associazione culturale Arzibanda.
" Pane e polvere" è il suo primo libro e gli auguro tanta fortuna, va letto perchè è dispensatore di storie e di sentimenti bellissimi ed è vincitore del Primo concorso letterario " Controsenso" .


martedì 23 maggio 2017

Morivamo di freddo ...

" Morivamo di freddo " di Rosalia Messina è un piccolo libro di poco più di cento pagine, che si legge tutto d'un fiato e che racchiude dentro di sè tutti quei sentimenti che riguardano la vita di coppia, di famiglia, di figli, di amicizia. Sentimenti spesso contrastanti, celati, palesati, vissuti, rimpianti.
Al centro del libro Guido, Loredana, Mauro, Sandra, Enrico e altri personaggi di contorno.
Le coppie sono Guido e Loredana, Mauro e Sandra, Enrico è figlio di questi ultimi.
L'autrice racconta tutto in flash-back, si va avanti, indietro, poi avanti e poi di nuovo indietro, finchè andare avanti è l'unica cosa che resta da fare.
Guido e Loredana sono l'unica coppia felice, gli altri tre vivono insieme immersi in un mondo fatto di poche parole e pochi sentimenti, di cui pagherà dazio Enrico una volta cresciuto.
Ci sono eventi tragici a sconvolgere le vite dei protagonisti, eventi che faranno da detonatore a emozioni mai palesate, a malinconie mal digerite, a invidie sentimentali abilmente nascoste da chi le ha provate.
Rosalia Messina descrive in modo diretto e implacabile quello che spesso succede in molte coppie abituate però a vivere di noia e poche parole, ma nello stesso tempo descrive in maniera delicata quei sentimenti più nobili legati al rapporto tra un uomo e una donna, tra una madre e un figlio e tra un figlio e un padre. 
Non lascia malinconia questo libro, lascia riflessione, lascia quel senso di speranza che tutti cerchiamo quando pensiamo che anche le cose più belle sono destinate a finire e lascia un mezzo sorriso quando ci fa capire che fondamentalmente nessuno di noi cambia, può adattarsi ad una situazione, ma dentro resta quello che è, cialtrone, romantico, razionale, sognatore, a ognuno il suo.
Il luogo in cui tutti questi sentimenti di incontrano e scontrano è Catania, che anche se rimane solo sullo sfondo fa sentire la sua presenza con il suo cielo colorato al tramonto e i suoi vicoli pieni di storia.
Una storia delicata e diretta, un piccolo racconto che in sè racchiude molto e che si fa leggere veloce perchè il flash-back vi spingerà ad andare avanti per arrivare alla fine e capire dove andranno i protagonisti che raccontano la loro vita, vita in cui al centro c'è la famiglia , nodo centrale a dire il vero della vita di tutti noi , che può generare persone felici o infelici, introverse o estroverse, timide o spavalde ma tutte con alle spalle il nucleo più importante ...la famiglia.
Rosalia Messina è  giurista, siciliana doc, palermitana, che vive a Bologna, è autrice di una raccolta di racconti " Prima dell'alba e subito dopo ", di alcuni romanzi " Più avanti di qualche passo", " Marmellata d'arance", e il libro per bambini " Favole a colori", cura alcuni blog  e dice di salvarsi la vita scrivendo narrativa.
" Morivamo di freddo", Durango Edzioni,è un bel libro che vi consiglio di leggere perchè vi farà riflettere sui sentimenti che vi circondano e di cui nel bene e nel male abbiamo tutti bisogno...soprattuto di quelli buoni e vi farà capire il valore della parola speranza.



martedì 9 maggio 2017

Il Principe del Lago ...

Alessandro Torlonia è colui che è riuscito dove altri hanno fallito, riuscì infatti a portare a termine un'opera straordinaria, ideata da Cesare che poi Augusto provò a realiazzare, quasi messa in atto da Claudio, tentata ancora da Adriano e Traiano e nel corso dei secoli tentata da altri, ma solo lui riuscì dove nessuno potè :  il prosciugamento del Lago del Fucino.
Ecco questa figura così importante è protagonista del nuovo romanzo di Francesco Proia " Il Principe del Lago ". 
Un'opera in cui si intrecciano perfettamente fatti storici e altri inventati, con grande sapienza l'autore ha saputo mettere insieme tra loro, nei vari capitoli, personaggi come Casanova, un cardinale, due professori,un custode,  degli studenti, una talentuosa artista e altri che scoprirete.
La domanda prima di iniziare la lettura del romanzo è : chi era il Principe Torlonia e quali erano i suoi legami con Mussolini, il Vaticano e la Massoneria?
Ma non basta, cosa c'entra Leonardo Da Vinci con Giulio Cesare e Alessandro Torolonia?
Attraverso 45 capitoli l'autore ci accompagna in un viaggio lungo la storia d'Italia, dalla Venezia di Casanova , alla Roma dell'800 , fino ad arrivare alla Marsica di oggi, sulle sponde di un lago prosciugato con la più grande opera idraulica dell'antichità. I protagonisti per trovare le risposte alle domande iniziali dovranno darsi molto da fare e scoprire intrighi e misteri di una delle famiglie che ancora oggi è sinonimo di potere, i Torlonia.
Le figure che ho apprezzato di più  di questo appassionante romanzo sono il Prof. Grandi  e  Alessandro studente curioso e intelligente, vi guideranno prendendovi per mano a scoprire tesori artistici dal valore inestimabile della collezione dei Torlonia e a soffermarvi di più su monumenti e opere che avrete visto chissà quante volte senza porvi alcuna domanda.
Francesco Proia ha fatto un lavoro certosino, ha dedicato molto a questo romanzo con innumerevoli e laboriose ricerche che testimoniano ancora una volta il suo amore per la Marsica, per il Fucino, per la sua terra, ricca di tesori nascosti ma soprattutto custode di una storia che spesso dimentichiamo.
La storia qui si mescola con il romanzo, con la fantasia che è la base principale di un vero scrittore.
Nel libro vi sono bellissime fotografie e troverete anche i Qr code, con i quali sarà possibile visionare altri bellissimi contenuti.
Non è una storia che interesserà solo gli amanti dei Torlonia o dell'antichità, ma un romanzo appassionante, che si lascia leggere pagina dopo pagina con la curiosità di arrivare all'ultima per scoprire cosa veramente accadrà e avere le risposte che all'inizio vi spingeranno a parteggiare per i protagonisti e poi vi faranno riflettere sul perchè alcune cose non accadano mai per caso e che osservare anche i dettagli di ogni cosa che guardiamo, porta sempre a riflessioni inaspettate.
Auguro tanta fortuna al " Principe del Lago" e al suo autore Francesco Proia, che abbiamo imparato a conoscere già con l'apprezzatissimo " Polvere di lago " e " Il nido della follia" ...i libri sono portatori sani di emozioni e questo ve ne regalerà tantissime .

domenica 23 aprile 2017

" Daniele canta Daniele "...

Avevo 12 anni quando acquistai il mio primo vinile di Pino Daniele " Nero a metà", quel disco fu per me fonte di gioia, imparai a memoria tutte le canzoni in un batter d'occhio.
Da lì poi Pino è stato spesso la colonna sonora di momenti importanti della mia vita...ma non solo della mia, di tutte quelle persone che hanno amato e amano il sound irripetibile di un cantautore straordinario.
Ho avuto il piacere di vederlo tre volte in concerto, due a Roma e una a Pescara, l'ultima ero sotto il palco con tanto di bandana e sono riuscita ad incontrare anche il suo sguardo.
Si lo sguardo, lo stesso che ho visto due sere fa al Teatro dei Marsi durante lo spettacolo " Daniele canta Daniele", lo stesso sguardo che ha Nello o Nellì (come lo chiamava Pino) suo fratello e che mi ha emozionata tantissimo.
Nello è una persona calma, gentile, ha un modo tutto suo di rapportarsi con le persone...un modo pacato di guardare il mondo, ha un sorriso buono e quando canta le canzoni di Pino io sento tanta malinconia, ma anche fierezza, gioia, orgoglio, un miscuglio bellissimo.
Al Teatro dei Marsi ha suonato con una grande band e ha incantato il pubblico presente con bellissime canzoni come " Donna Cuncetta", "Napulè"," Appocundria", " A me me piace 'o bliues" e anche alcune sue, tratte  dal suo primo album uscito nel 1998 " Si potrebbe amare".
Quasi due ore di musica con grande partecipazione del pubblico presente, assoli di percussioni e batteria con Tony Cercola e Claudio Romano che non hanno certo bisogno di presentazioni.
Ho vissuto dietro le quinte questa serata  perchè sono amica di una delle due presentatrici, la radiofonica per capirci , che ha cantato e ballato per tutto il tempo felice come ai tempi di " Je so pazzo".
Il concerto-evento è stato aperto dai Gradisca, band di Capistrello (AQ), che hanno cantato e suonato tre brani del primo album uscito da poco " Blasfemodonti". Una band un pò sopra le righe , ragazzi che amano la musica e la usano per comunicare la loro fantasia e il loro estro, davvero bravi bravi , se vi capita andateli ad ascoltare nei loro live. 
Il Teatro dei Marsi ha ospitato una splendida serata , con un pubblico attento e partecipativo, due presentatrici che hanno intervistato sia i Gradisca che Nello Daniele e un'attenta organizzazione grazie a Tony Orlandi.
Io ho vissuto al massimo ogni canzone, ogni nota, ho provato grande nostalgia per uno dei cantautori più importanti della nostra musica, guardando le immagini che scorrevano sullo schermo alle spalle dei musicisti. Immagini in cui Pino suona, duetta con Nello, imbraccia la sua chitarra, immagini che tanti di noi portano nel cuore. 
Ho cantanto dietro le quinte tutte le canzoni che la mia memoria non ha mai dimenticato e ho respirato un'atmosfera di gioia e a volte anche di commozione.
La musica ha questo potere, riportare alla mente ricordi, farci sognare sul futuro, ballare di gioia, piangere, sorridere, può tutto perchè è la colonna sonora della vita di tutti noi.
Pino Daniele ci manca , ma vive nelle sue canzoni e soprattutto vive nello sguardo di Nellì , anche lui grande musicista e dispensatore di sound partenopeo.
Chi vive di musica vive di grandi emozioni e " Daniele canta Daniele" è un 'emozione bellissima.

martedì 4 aprile 2017

" Le tre vite di Arturo Ferraro "...

Arturo Ferraro lo ami e lo odi, ti è simpatico e poi antipatico, fa tenerezza e poi ti fa arrabbiare, un dispensatore di emozioni.
" Le tre vite di Artuto Ferraro " di Ilaria Tomassini è il vincitore del prestigioso Premio La Giara 2016, Il premio è stato ideato dalla Rai e Rai Eri per dare spazio e visibilità a giovani scrittori di tutta Italia.
Questo romanzo ha meritato il premio, è davvero particolare sia la storia che la scrittura dell'autrice.
Arturo Ferraro è un giovane uomo quando viene licenziato e giura a sè stesso che cambierà la sua vita e sarà un vincente; è un ambizioso, cinico, calcolatore, arrampicatore, ha in mente un solo obiettivo e vi riesce. Fonda la Af che produce scarpe e accessori, tanto amati dalle donne  e diventa in breve tempo uno degli uomini più ricchi, aprendo stabilimenti un pò in tutto il mondo,non senza scorciatoie e menzogne. Si inebria di successo, prova alcool, droghe, automobili super lusso, yacht, appartamenti stellari, accompagnato in questa fantastica avventura da una bellissima donna , Rosa Artieri, una aspirante attrice che lo incontra e vive con lui per vent'anni , anni in  cui vivrà tutti gli agi di compagna di un uomo ricchissimo ma non avrà mai parole d'amore dall'uomo che lei invece ama e che sovente la tradisce con altre donne, a volte anche in modo spudorato.Compagna di di entrambi c'è la cagnetta Brooke, l'unica forse che riceve affetto da Arturo Ferraro. Come tutto però c'è un inizio e una fine, nel mezzo accade di tutto e quell'uomo che era tanto saccente, superbo, cinico, perderà molte delle sue peculiarità e soprattutto la sua ricchezza a causa anche della sua sfrontatezza e si ritroverà a vivere una vita che mai avrebbe immaginato. Il tutto è raccontato in un continuo flash back, si va dal presente, al passato e anche al futuro, una volta parla Arturo Ferraro, una volta Rosa Artieri e non si perde mai il filo del racconto, perchè questo continuo andirivieni fa si che la storia scorra fluida, armoniosa, con il desiderio di andare avanti pagina dopo pagina per scoprire se Arturo Ferraro dimostrerà di avere un'anima e se Rosa Artieri lo ami davvero per quello che è o se il dio denaro possa avere la meglio anche sui sentimenti.
A me è piaciuto moltissimo, mi è sembrato di vederlo Arturo Ferraro, non bello ma affascinante, non colto ma preparato, mai diplomatico ma sempre diretto,nel corso di tutte le varie fasi che si attraversano nella vita e ho scoperto meccanismi finanziari di cui ignoravo l'esistenza, spiegati con semplicità e facilmente comprensibili. Un romanzo d'esordio che non sembra affatto di un esordiente e che è ricco di colpi di scena e nonostante il carattere scorbutico di Arturo Ferraro, pieno di sentimenti.
Ilaria Tomassini ha molto talento e ha una scrittura ricca di dettagli, particolari, a volte cruda e diretta ma che cattura dal primo rigo.
L'autrice vive a San Gemini, è laureata in filosofia e lavora presso un istituto finanaziario privato.
" Le tre vite di Arturo Ferraro " edito da Rai Eri è un gran bel romanzo e sono certa farà parlare molto di sè.



martedì 7 marzo 2017

Donne....du du du da da da


L'iniziativa di celebrare la giornata internazionale della donna fu presa per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, l'anno dopo l'iniziativa venne raccolta a Copenaghen.
Dai documenti storici del congresso non risultano chiare le motivazioni per cui fu scelta quella data.
Poi ci sono i falsi storici, un per esempio è quello legato all'incendio in una fabbrica americana in cui perirono donne che combattevano per la parità.
L'8 Marzo è il giorno per ricordare da un lato le conquiste politiche, sociali ed economiche delle donne, dall'altro le discriminazioni e le violenze da loro subìte nella storia.
Dunque 8 Marzo, un giorno che racchiude in sè tutte queste motivazioni importanti.
Ogni anno ci sono manifestazioni ovunque, dibattiti, convegni, tavole rotonde, conferenze,ma soprattutto ogni anno si ripete una stessa medesima cosa : ristoranti e locali stracolmi con ricchi menù e cotillions. 
L'ultima volta che sono andata a cena per festeggiare questa ricorrenza risale a moltissimi anni fa, fu quasi scioccante ; eravamo una tavolata immensa in una pizzeria e,di fronte a me,avevo signore che non conoscevo, alcune potevano avevano più o meno l'età di mia mamma, i camerieri erano il loro bersaglio preferito con battute che manco " Er Monnezza", ciliegina sulla torta tiri di canne come se non ci fosse un domani. Passata un'ora in cui mi sembrava di essere finita in un girone dantesco guardai mia sorella e mia cugina e con un cenno della testa ci capimmo al volo, dopo un minuto eravamo fuori dal locale.
Non ho nulla contro chi festeggia, faccio parte di quella categoria per cui ogni occasione è buona per far baldoria, ma tutto ha un limite, una decenza, un perchè.
Non credo che nel 2017 sia ancora necessario aspettare l'8 Marzo per andare  a cena fuori con le amiche, vedere uno spogliarellista, agghindarsi come a Capodanno, fare la depilazione integrale, truccarsi come la prima ballerina del Moulin Rouge e potrei andare avanti per molto.
Non me ne vogliano ristoratori, pasticceri, fiorai, titolari di locali, estetiste, parrucchieri, commercianti ecc ecc.
Io domani farò gli auguri a tutte le donne per la loro straordinarietà, la forza che mettiamo in tutte le cose che facciamo, i sacrifici che sappiamo fare per noi, il lavoro, la famiglia, l'amicizia, l'indipendenza; farò gli auguri a quelle donne che portano avanti battaglie importanti, legate alla salute, ai diritti, alla violenza, alla parità.
Le donne sono belle in tutte le loro mille sfaccettature e non parlo di bellezza esteriore, quindi cari uomini festeggiatele sempre, sono le madri, le sorelle, le compagne, le figlie, le amiche, le confidenti e camminate con loro sempre affianco, nè di lato, nè davanti, nè dietro...affianco è il posto giusto.
Non sentitevi belle e importanti solo domani, sentitevi importanti sempre perchè è inutile fare le modeste...il mondo gira intorno a noi :-) 
Domani però onoriamola questa giornata con tanti sorrisi, qualche riflessione importante, tanto amore e festeggiamo...come ognuna ritiene opportuno, perchè se io posso criticare le altre possono ovviamente fare il contrario di quello che penso io.
Ops...dimenticavo, la mimosa fu scelta come simbolo di questa festa nel 1946 , perchè fiorisce proprio questo periodo.
Auguri Donne !


mercoledì 1 marzo 2017

Non mi vendere mamma di Barbara Alberti

E' uno dei libri più belli che ho letto in questi ultimi mesi, un piccolo volume che racchiude in sè una storia che fa riflettere, gioire, piangere, imprecare, sorridere e pensare....tanto.
Asia è la protagonista, giovanissima donna cresciuta in orfanotrofio, ostaggio sentimentale di Lillo suo compagno di sventura ma anche suo aguzzino, approfittatore, sfruttatore. Asia non ha mai conosciuto l'amore in qualunque sua forma e nell'ingenutià del suo piccolo orizzonte pensa che quello che ha è il massimo. Lillo la fa prostituire e le fa vivere una vita di ansie e paure in balìa di creditori e spacciatori. Poi pensa di aver trovato la chiave di volta in un sito per madri surrogate, così entrano in scena i ricchissimi coniugi Tramp, texani , che per 150.000 euro fanno fare ad Asia la madre surrogata, portandola per nove mesi in una lussuosa clinica svizzera. Non scendo troppo nei particolari, dovete leggerlo, però devo parlarvi del personaggio più importante, Chico. Entra in scena con un calcetto nella pancia della mamma ...poi le parla, si le parla, un grande affabulatore questo bambino, un sapiente seduttore, ha poco tempo per convincere Asia a non venderlo ai texani e lo fa anche con mezzi magici, le fa vedere film bellissimi, le racconta favole struggenti, la fa ridere, le fa origliare conversazioni altrui, soprattutto quelle dei coinugi Trump e le fa capire che così buoni come lei crede non sono.
Barbara Alberti tratta il tema dell'utero in affitto con una piccola fiaba, con ironia, contrapponendosi a chi lo definisce un gesto d'amore e definendolo schiavitù e compravendita umana.
" Non mi vendere mamma" di Barbara Alberti ( Nottetempo) si legge in un attimo e io nel farlo ho riso, ho pianto, mi sono innervosita e ho amato tanto Asia ma soprattutto Chico, ho immaginato questo bimbo dalla faccia furbetta che cercava di convincere la madre quanto sarebbe stato bello stare insieme.
Il tema è sicuramente non facile, ma l'autrice lo affronta con uno stile ironico, diretto, senza retorica, Barbara Alberti oltre ad essere una grande donna è una grande " penna", passatemi il termine e dopo aver letto anche questo suo lavoro l'ammiro ancora di più.
E' un libro breve ma che vi lascerà tante bellissime emozioni.


domenica 12 febbraio 2017

San Valentino : parliamone...

San Valentino è diventata la seconda festa dell'anno per la quale gli italiani spendono più volentieri, spendiamo di più solo per il Natale.
La cosa particolare però è che nella classifica dei paesi più interessati a questa ricorrenza l'Italia è ultima, significa che chi lo festeggia spende tanto, tantissimo, troppissimo.
Ecco non vorrei sembrare dissacrante ma io gli italiani che non festeggiano li capisco e parto dal presupposto che c'è un tempo per tutto, soprattutto un'età.
Comprendo il desiderio delle teen-agers di comprare il regalino, disegnare cuori ovunque, ma quelle più grandi no. 
Il discorso potrebbe farsi complicato perchè è chiaro che poi ognuno vive una situazione sentimental-sessuale diversa, ma già gli uomini sono restii di loro a festeggiare un anniversario o un compleanno, figuratevi festeggiare San Valentino : pensare al regalo, che poi con un mazzo di fiori se la sbrigano sempre velocemente, pensare al bigliettino che accompagna il regalo, che poi spesso due parole sono pure troppe, pensare al ristorante per la cena romantica...mi sembrano tanti  pensieri in una volta sola.
Parliamo di noi : pianifichiamo tutto almeno 15 giorni prima, parrucchiere, estetista per depilazione come se non ci fosse domani, lingerie della serie " non puoi resistermi", infine la ricerca del regalo perfetto che poi per quanto vuoi cercare perfetto non è mai. 
Direi che San Valentino può essere festeggiato fino ai 25 anni, poi una pausa fino ai 60 e poi si ricomincia, perchè nel mezzo siamo disincantate, a meno che la storia-relazione non è all'inizio, perchè le cose cambiano. All'inizio hai gli occhi a cuore, vedi tutto rosa e anche San Valentino appare come l'opportunità per stare con il tuo lui-lei , per una serata piena di ammore e romanticismo. Ma se la relazione va avanti già da un pò di anni ...diciamocelo, San Valentino diventa come Sant'Antonio , una ricorrenza religiosa.
Nonostante tutto però sono a favore del festeggiamento con cene romantiche, quest'anno pare vada molto di moda la cucina mediterranea, regali simbolici, pensieri sussurrati, serata senza pigiama e calzettoni di lana, a patto che sia una serata sincera, voluta e non imposta dal calendario necessariamente, segno che l'ammore quando è vero supera qualunque ostacolo. 
Infine qualche dato che deve farci riflettere : le città più romantiche sono Napoli, Palermo e Cosenza ; l'anno più romantico è stato il 2015 , i matrimoni quell'anno sono aumentati, ma soprattutto quell'anno andava forte E.L.James e la sua trilogia " 50 Sfumature ..." si si avete capito, qualunque argomento tocchiamo, quando si tratta di amore di mezzo c'è sempre lui, Mr. Grey.
Allora vi auguro Buon San Valentino, che sia pieno di emozioni, di cuori, di sorrisi, di bigliettini d'amore. 50 sfumature di rosa...e ricordiamocelo....Mr Grey non esiste :-) 
Auguriiiiiiiii ! 



lunedì 6 febbraio 2017

Perchè Sanremo è Sanremo...

Facce scocciate, occhiate snob, fruitori solo di musica internazionale, persone impegnatissime. Queste le tipologie di varia umanità in questi giorni alla domanda " Seguirai il festival di Sanremo?"
E' inutile che fate le faccette, lo seguiremo tutti come sempre, magari buttando l'occhio tra una pubblicità e l'altra del  film preferito, oppure con la scusa che sugli altri canali non c'è nulla.
Al di là del fatto che lo seguo per lavoro, la musica è il mio pane quotidiano, lo seguirei comunque.
Da bambina mia mamma ci comprava l'inossidabile " Sorrisi & Canzoni" e io e mia sorella le cantavamo tutte con il bastone del passastraccio che era il microfono, fortunatamente non ci sono foto in casa di quelle esibizioni esilaranti .
Da più grandi si organizzavano gruppi per commentare e con la scusa si cenava tutti insieme, a dire il vero si fa anche oggi ....
Ogni anno si ripete la stessa cosa, i detrattori del festival fanno di tutto per convicere gli altri a non guardarlo, ma non funziona mai, registra sempre grandi ascolti.
Quest'anno la " polemicona" è nata prima, per il cachet di Carlo Conti, che ha spiazzato tutti dicendo in conferenza stampa che una parte la donerà alle popolazioni colpite dal sisma.
Il festival fa parte della storia della nostra radio, della nostra televisione, del nostro costume, inutile accanirsi tanto, direi di vederlo come una pausa dalle brutture, già solo " spettegolare" sui look dei partecipanti porta distrazione, un pizzico di buon umore e un pò di cattiveria divertente.
Le canzoni dovrebbero essere le vere protagoniste, ma lo sono sempre dopo, nel senso che durante la settimana al secondo ascolto capiamo più o meno di che si tratta, ma siamo presi dal guardare e non ascoltare, poi una volta finito ascoltando la radio oppure cercando sul web proviamo a conoscerle un pò meglio. Ma c'è pure chi tutto questo non lo fa, le canzoni di Sanremo per alcuni sono brutte a prescindere. Non dimentichiamoci che il palco dell'Ariston ci ha regalato artisti come Zucchero, Vasco, Giorgia, Eros Ramazzotti, Laura Pausini e la lista è ancora  lunga. 
Ci sono state in passato edizioni terrificanti è vero, ma quest'anno si preannuncia davvero un grande talk show con l'accoppiata Conti-De Filippi e la curiosità di vederli condurre insieme sono certa che vi farà mettere il televisore su Rai 1.
Io non vedo l'ora che cominci, per divertirmi a dare voti, per commentare sui social, per ascoltare le canzoni, per gli ospiti, per sapere chi vincerà sabato sera. 
Alle brutte possiamo sempre dire " Maria io esco" !
Buon festival a tutti :-)