giovedì 5 aprile 2018

Primo venne Caino di Mariano Sabatini

Il secondo romanzo giallo di Mariano Sabatini "Primo venne Caino" è uscito a metà Gennaio e io l'ho lasciato un pò lì sul mio tavolo, la copertina è emblematica, ma per capirlo bisogna leggerlo, l'ho fatto un pò decantare come si fa con i vini, dopo aver letto e amato il suo primo e premiatissimo "L'inganno dell'ippocastano" avevo il timore che questo secondo non mi avvincesse come il primo.
 Ho commesso un errore di pensiero, una volta iniziato non vedevo l'ora di arrivare alla fine per capire. Avvincente, curioso, intrigante, letto davvero tutto d'un fiato.
Il protagonista è il Leo Malinverno del primo, giornalista affascinante, bravo, scaltro, con grandi doti culinarie e investigative. Questa volta una sempre bellissima Roma fa da sfondo agli omicidi che commette un serial killer, soprannominato il Tatuatore, perchè dopo aver ucciso le sue vittime toglie loro un lembo di pelle dove c'è un tatuaggio. Al fianco di Malinverno c'è una giovane e bella fidanzata Eimì, il Maggiore Sgrò misterioso e finto perbenista, il suo amico vicequestore Jacopo Guerci, la sua collega Carla e tanti altri personaggi che faranno da contorno al progetto macabro che il Tatuatore mette in atto, in un alternarsi di colpi di scena, indagini, che vedranno Malinverno agire parallelamente alle forze dell'ordine e giungere ad una conclusione sorprendente e travolgente che sarà possibile comprendere solo alla fine.
Mariano Sabatini ripropone in questo secondo romanzo la figura del giornalista investigativo, un Leo Malinverno stavolta più riflessivo, sentimentale, generoso, ma sempre furbo, intelligente e lo pone al centro di una vicenda complicata, con risvolti psicologici intensi.Nel romanzo c'è una  cura certosina nelle descrizioni dei particolari, nella ricerca sulla storia dei tatuaggi, nella raffigurazione delle città in cui Malinverno  si reca per indagare, una sottolineatura a volte emozionante dei sentimenti che il giornalista custodisce dentro di sè e che lo rendono ancora più affascinante.Il titolo come il primo romanzo lo capirete ad un certo punto del libro, a conferma che nulla è lasciato al caso. Una Roma afosa è lo scenario principale, in tutta la sua bellezza e in tutte le sue contraddizioni e i suoi problemi, una città che appare sempre da scoprire per chi la vede con gli occhi del turista.Un grande lavoro quello di Mariano Sabatini che conferma la sua inclinazione naturale per la scrittura e per il giallo e la sua bravura nell'intessere trame che, sceneggiate, potrebbero regalare grandi fiction.
Un thriller enigmatico, psicologico, nero, al quale auguro di scalare le classifiche, di arrivare a quanti più lettori possibili, perchè è vero che oggi fare lo scrittore è difficile, ma talenti come quello di Mariano Sabatini vanno riconosciuti e Leo Malinverno merita un posto di riguardo nel grande panorama dei protagonisti di gialli, ispettori, commissari, che in alcuni casi hanno molta meno personalità del nostro giornalista esperto di "nera". A presto Leo !

Mariano Sabatini è nato a Roma, giornalista, scrive per quotidiani, periodici e web. E' stato autore di programmi di successo per la Rai, Tmc, e altri network nazionali. E' presente spesso in tv come commentatore di attualità e programmi. "L'inganno dell'ippocastano" il suo primo giallo, si è aggiudicato il Premio Flaiano e Il Premio Romiti Opera Prima 2017.