sabato 8 maggio 2021

I capelli contano come i sentimenti

Questo è un racconto che ho scritto a Maggio 2020, stavamo per uscire dal lockdown e doveva essere inserito in un'antologia, poi il progetto non è andato più in porto e ho scelto di pubblicarlo qui. Ricorda un periodo che nessuno dimenticherà mai e ho scelto di fare una correlazione con i capelli, mi piace il suono vicino a sentimenti. 


Mi guardavo allo specchio tutte le mattine, non per ammirarmi, ma per osservare se ci fossero rughe in più e i capelli, si i capelli che assumevano ogni giorno una sfumatura diversa e soprattutto una forma diversa. Il mondo chiuso fuori dalla mia casa, dalla casa di tutti, per un periodo che sembrava illimitato e io ero lì a preoccuparmi dei capelli, si perché loro sono gli alleati del nostro viso, del nostro confrontarci con gli altri, se li hai a posto puoi affrontare la qualunque.

Mai nella vita nessuno di noi avrebbe pensato di trovarsi in una situazione simile, un virus che ferma il mondo, la parola “pandemia” è suonata come un annuncio di guerra, questa volta però contro un nemico invisibile in grado di uccidere tante persone. I primi giorni pensi a quanto sia surreale la situazione, poi arriva l’angoscia, le lacrime silenziose che scendono davanti al primo caffè della giornata, poi arriva la voglia di fare, metti a posto e scopri cose che nemmeno ricordavi di avere in casa, poi cucini, dolci, salati, sperimenti, poi fai ginnastica, poi fai le dirette sui social, poi provi a leggere, poi rifletti. Nel frattempo il sottofondo è la televisione con le sue notizie, bruttissime, brutte, numeri, decreti, poi rifletti ancora.

I giorni passano, l’uomo è in grado di abituarsi a tutto, ma in questo caso la libertà limitata stride con la parola abitudine. Giorni, tanti giorni in cui osservi e pensi, ti osservi e pensi. Ho vissuto una specie di trasformazione personale e fisica, come la maggior parte delle persone, avere poi un compagno lontano da te che per lavoro è rimasto in un’altra città nel momento in cui è stato decretato il lockdown, ti trasforma da donna energica a donna delle caverne se non fai attenzione. Le videochiamate hanno salvato molte situazioni, molte coppie, compresa la mia. Marco è un uomo molto attento ai particolari, così ogni giorno, non sapendo mai a che ora la chiamata arrivasse ero sempre lì a sistemarmi, un velo di trucco, una maglia o una camicia sopra, sotto tuta e ciabatte, tanto in video si vede mezzo busto. Parole, tante parole, emozioni, risate, anche discussioni, ma lui ogni giorno mi diceva qualcosa sui capelli. Prima del lockdown li avevo viola scuro con striature fucsia, peccato che dovessi andare dal mio parrucchiere proprio la settimana della chiusura, quindi dopo quindici giorni in casa le sfumature erano già notevolmente cambiate in un colore poco definito e il mio taglio corto non aveva più una forma degna di questo nome. Ho sempre pensato ai capelli come qualcosa di evocativo, dalla cui osservazione comprendi la personalità di chi incontri, la prima cosa che guardo sia negli uomini che nelle donne, a volte provo a immaginare le dame dell’800 con le loro parrucche stratosferiche, un peso enorme da tenere sulla testa, ma apparivano sempre sicure e fiere, se ci abbiniamo anche i bustini stretti…non è che facessero una vita sociale facile. Osservando però, ho sviluppato delle convinzioni, che non so se vere, ma per me è così: le donne ricce per esempio hanno sempre un approccio spontaneo con gli altri, le donne che li hanno ricci ma li portano lisci hanno personalità diffidenti, le donne con i capelli corti sono sfrontate, le donne con i capelli lunghi si sentono protette, potrei continuare per molto. Stessa cosa gli uomini, quelli che i capelli lunghi sono anticonformisti, con il ciuffo lungo davanti misteriosi, con la testa rasata impavidi.

Marco notava la mia trasformazione attraverso i capelli, nonostante io facessi del mio meglio per sistemarli. “Ti darei un bacio per ogni capello che hai”, questo era il nostro modo di salutarci alla fine delle videochiamate, una specie di mantra, di frase tutta nostra che c’è ancora. Io avevo i capelli corti perché volevo trovare coraggio, per affrontare la vita e le situazioni, per sentirmi più sicura, con i capelli corti hai il viso scoperto non puoi nasconderti dietro a nulla. Ho sentito i miei capelli crescere durante i giorni chiusa in casa, ogni giorno mentre pensavo davanti al primo caffè mi passavo la mano in testa e li sentivo più numerosi, più lunghi, più indisciplinati e mi piaceva, mi dava una specie di ottimismo, di fiducia. “Se crescono significa che il tempo passa, che tutto si trasforma e tutto può migliorare”, intanto pensavo anche a quando poter tornare dal mio parrucchiere, che immaginavo già con le forbici in mano pronto a tagliare e sentivo il mio collo scoperto solo a pensarci.

Poi però quando ho riconquistato come tutti un po' di libertà, quando sono uscita di nuovo, quando ho rivisto Marco tra le lacrime e le risa e mi ha messo le mani tra i capelli ho capito che potevo smetterla di ostentare sicurezza, che potevo mostrarmi fragile, emozionata, insicura, ho capito che tutto quello che in quei due mesi avevo vissuto mi aveva insegnato a mostrare la vera me, a dire sempre tutto, a cogliere tutti gli attimi, la felicità, la tristezza, la gioia, lo sgomento, a vivere appieno ogni singolo secondo. La progettualità riesce ad aiutarci anche nei periodi più difficili e una pandemia che ferma il mondo può fermare anche le menti più fervide, per questo “progettare” è una bellissima parola.

Immaginai il futuro con una folta chioma curata, corposa, lucente, di un colore tra il viola e il rosso, forte, deciso, generoso.

Gli ostacoli vanno affrontati e superati, non perdendo mai di vista i nostri obiettivi, cercando di rimanere sempre umani e io con i miei nuovi capelli mi sentivo pronta per affrontare la guerra invisibile, perché potete avere qualsiasi cosa di voi che non vi piace, ma con un’acconciatura ad hoc potete anche affrontare un’invasione di cavallette….che comunque speriamo non arrivi !

 

Roberta Maiolini




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